Prepensionamento o pensione anticipata: come chiederli al datore di lavoro

Paolo Ballanti 07/08/23
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Chi è interessato a uscire prima di lavoro con qualche tipologia di pensione anticipata o prepensionamento, deve prima sapere che la normativa italiana prevede l’accesso alla pensione di vecchiaia al compimento di un’età anagrafica di 67 anni e a fronte di un’anzianità contributiva di almeno 20 anni.

Coloro che invece sono in possesso di un’anzianità contributiva dal 1° gennaio 1996 in poi possono accedere al trattamento pensionistico alle seguenti condizioni, alternative tra loro:

  • 67 anni di età e 20 di contributi a patto che l’importo della pensione risulti non inferiore a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale;
  • 71 anni di età (requisito soggetto a adeguamento in base alla speranza di vita) ed almeno 5 anni di anzianità contributiva effettiva (senza considerare i contributi figurativi).

Esistono tuttavia una serie di deroghe, chiamate comunemente prepensionamenti (o più correttamente pensioni anticipate), che permettono ai lavoratori dipendenti di raggiungere in anticipo il traguardo della pensione. Visto che si tratta di ipotesi particolari rispetto alla disciplina ordinaria della pensione di vecchiaia è lecito chiedersi come ci si deve comportare con l’azienda e quale iter seguire, tra dimissioni, preavviso e domanda all’Inps.

Analizziamo quindi in dettaglio come e se è necessario chiedere il prepensionamento al proprio datore di lavoro.

Indice

Cos’è la pensione anticipata precoci

Prevista dal 1° gennaio 2012, in sostituzione della pensione di anzianità, la pensione anticipata permette (lo dice la parola stessa) di anticipare l’età anagrafica del pensionamento, a patto che si rispettino specifici requisiti contributivi.

Questi ultimi, tuttavia, variano a seconda del momento a partire dal quale i contributi pensionistici sono stati accreditati, se prima o dopo il 1° gennaio 1996.

Anzianità contributiva al 31 dicembre 1995

Chi possiede un’anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 può accedere alla pensione, a prescindere dall’età anagrafica, con:

  • 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne;
  • 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini;

Si precisa inoltre che i requisiti citati sono congelati fino al 31 dicembre 2026.

A fronte dell’accesso alla pensione, tuttavia, è richiesta la cessazione del rapporto di lavoro dipendente, eccezion fatta per quanti continuano a lavorare con orario part-time. Nessuna interruzione di contratto è invece necessaria per le attività di lavoro autonomo.

Anzianità contributiva dal 1° gennaio 1996

Coloro che sono in possesso di anzianità contributiva dal 1° gennaio 1996 possono accedere alla pensione anticipata:

  • al compimento dei 64 anni di età (uomini e donne), requisito comunque soggetto agli adeguamenti demografici dal 2025;
  • in presenza di un minimo di contribuzione effettiva di 20 anni (senza considerare i contributi figurativi);
  • a patto che l’ammontare mensile della pensione sia almeno pari a 2,8 volte l’assegno sociale, quest’ultimo pari per il 2023 ad euro 1.409,16.

Anche per la categoria di lavoratori in parola è richiesta, ai fini dell’accesso alla pensione, la cessazione del rapporto di lavoro dipendente. 

>> Leggi anche: “Pensione anticipata 2023: tutte le strade di uscita da lavoro”

Come accedere alla pensione anticipata

Il lavoratore interessato è tenuto a trasmettere la domanda di pensione anticipata direttamente all’Inps, collegandosi al portale Inpsinps.it – Pensione e Previdenza – Pensione anticipata” in possesso delle credenziali SPID. In alternativa si possono utilizzare la carta di identità elettronica CIE o il sistema CNC.

In alternativa è possibile inoltrare domanda a mezzo:

  • contact center Inps, disponibile al numero 803.164 (gratuito da rete fissa);
  • in alternativa, rivolgendosi a enti di patronato ed intermediari dell’Istituto, grazie ai servizi telematici offerti dagli stessi.

Pensione anticipata: cosa fare con il datore di lavoro

Una volta nota la data di accesso al pensionamento, il lavoratore è tenuto a presentare le dimissioni telematiche all’azienda, nel rispetto del periodo di preavviso disciplinato dal CCNL applicato per i rapporti a tempo indeterminato.

Il mancato rispetto del preavviso autorizza il datore di lavoro a trattenere in busta paga un importo netto pari al preavviso stesso non riconosciuto dal lavoratore. In questi casi si assume a riferimento la retribuzione che sarebbe spettata al dipendente per i periodi interessati dal preavviso.

La pensione lavori usuranti

Oltre alla pensione anticipata, è possibile conseguire il trattamento pensionistico, in deroga alle regole ordinarie, per i lavoratori addetti a mansioni particolarmente faticose e pesanti >> Ecco l’elenco completo dei lavori usuranti e gravosi

Sono considerati lavoratori usurati i seguenti soggetti:

  • lavoratori impegnati in mansioni particolarmente usuranti, di cui all’articolo 2 DM 19 maggio 1999;
  • lavoratori notturni con una permanenza minima nel periodo notturno, ai sensi dell’articolo 1, comma 2, lettere d) e g), D.Lgs. numero 66/2003;
  • lavoratori addetti alla cosiddetta “linea catena”;
  • conducenti di veicoli.

La pensione anticipata è accessibile a patto che i lavoratori abbiano svolto una o più delle attività usuranti citate per un periodo non inferiore a:

  • 7 anni, compreso l’anno di maturazione dei requisiti, negli ultimi 10 di attività lavorativa;
  • in alternativa, la metà della vita lavorativa complessiva.

Età anagrafica e anzianità contributiva

I soggetti interessati, in possesso di un’anzianità contributiva minima di 35 anni e di una determinata età anagrafica possono ottenere il trattamento pensionistico attraverso il sistema delle quote, come descritto in questa tabella

pensione lavori usuranti 1

Come accedere alla pensione lavori usuranti

Per ottenere la pensione anticipata, l’interessato è tenuto a trasmettere apposita domanda telematica di riconoscimento dell’attività usurante all’Inps.

La domanda in questione dev’essere inoltrata entro il 1° maggio dell’anno precedente il pensionamento. Una volta accolta l’istanza, il lavoratore è tenuto a trasmettere la domanda di pensione.

Pensione lavori usuranti: cosa fare con il datore di lavoro

Al pari di quanto avviene per la pensione anticipata anche i lavoratori usuranti devono interrompere l’attività di lavoro dipendente per poter accedere al trattamento pensionistico.

Pensione anticipata con Quota 103

Una terza via per l’accesso anticipato alla pensione è la cosiddetta Quota 103, prevista, per il solo anno corrente, in favore di coloro che totalizzano:

  • almeno 62 anni di età;
  • almeno 41 anni di anzianità contributiva.

Da notare che il diritto ottenuto entro il 31 dicembre 2023 potrà essere esercitato anche successivamente a tale data.

La pensione anticipata flessibile si concretizza in un assegno mensile per un valore non superiore a cinque volte il trattamento, per il 2023 pari a 2.818,70 euro. La prestazione ridotta è prevista sino al raggiungimento del requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia.

La pensione anticipata flessibile si concretizza in un assegno mensile per un valore non superiore a cinque volte il trattamento, per il 2023 pari a 2.818,70 euro. La prestazione ridotta è prevista sino al raggiungimento del requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia.

In tema di accesso a Quota 103 per i dipendenti privati che maturano i requisiti:

  • entro il 31 dicembre 2022, la pensione anticipata decorre dal 1° aprile 2023;
  • a partire dal 1° gennaio 2023, la pensione in parola decorre trascorsi tre mesi dalla data di maturazione dei requisiti stessi.

Come accedere alla pensione anticipata con Quota 103

La domanda di Quota 103 dev’essere obbligatoriamente presentata all’Inps, collegandosi all’apposita piattaforma telematica disponibile su “inps.it – Pensione e previdenza – Domanda di pensione – Domanda Pensione, Ricostituzione, Ratei, ECOCERT, APE Sociale e Beneficio precoci”. In alternativa, come di consueto, è consentita la trasmissione delle domande avvalendosi di:

  • contact center Inps, ai numeri sopra descritti;
  • istituti di patronato.

Come fare con il rapporto di lavoro dipendente?

Per Quota 103 opera un regime di incompatibilità con i redditi da lavoro dipendente ed assimilati. Tale regime opera dal primo giorno di decorrenza della pensione anticipata fino alla maturazione dei requisiti per accedere alla pensione di vecchiaia.
Unica eccezione è rappresentata dalle prestazioni di lavoro autonomo occasionale, ma nel limite di 5 mila euro annui.

Pensione anticipata con Opzione donna e Ape sociale

Non dimentichiamo la possibilità di uscire in anticipo da lavoro con due modalità. previste rispettivamente per le donne lavoratrici (nel 2023 il campo si è ristretto di parecchio) e per disoccupati o caregiver. Sono la pensione Opzione donna 2023 e la pensione anticipata con Ape sociale 2023.

Prepensionamento con l’Isopensione 2023

Infine, un’altra modalità per uscire da lavoro con un po’ di anni in anticipo può essere l’Isopensione 2023 : la possibilità per datori di lavoro con più di 15 dipendenti, nei casi di eccedenza di personale, di stipulare accordi con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, al fine  di incentivare l’esodo dei lavoratori più anziani cui mancassero al massimo 7 anni al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia o anticipata (67 anni di età o 41 anni e 10 mesi per la pensione anticipata).

Con tali accordi il datore di lavoro si  impegna  a versare all’INPS sia le somme  per l’assegno sostitutivo della pensione che giunge al lavoratore (assegno di esodo) tramite l’istituto, che per la contribuzione correlata. 

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