Introdotta in via sperimentale dalla Legge 11 dicembre 2016 numero 232, a decorrere dal 1° maggio 2017, la prestazione economica spetta a quattro categorie di lavoratori in possesso non solo di requisiti anagrafico – contributivi ma altresì, in alternativa:
Analizziamo in dettaglio chi ne avrà diritto e come nell’anno corrente.
Il requisito contributivo non può essere perfezionato totalizzando i periodi all’estero, maturati in Paesi UE, dello Spazio economico europeo, in Svizzera o extracomunitari convenzionati con l’Italia.
Per le donne, i requisiti contributivi sono ridotti di dodici mesi per ciascun figlio (anche adottivo), nel limite massimo di due anni.
Possono accedere ad Ape sociale i soggetti in stato di disoccupazione a seguito di:
Ape sociale è garantita anche a coloro che assistono, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge, la persona in unione civile, un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità (ai sensi dell’articolo 3, comma 3, Legge numero 104/1992).
Sono altresì ricompresi quanti garantiscono assistenza a parenti o affini di secondo grado conviventi se i genitori o il coniuge degli stessi è interessato da handicap in situazione di gravità, ha compiuto settant’anni ovvero è anch’egli affetto da patologie invalidanti, è deceduto o mancante. Anche per i caregivers vale l’anzianità contributiva minima di trent’anni
Un’altra categoria di destinatari dell’Ape sociale è quella di quanti hanno una capacità lavorativa ridotta, almeno pari al 74%, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile. In aggiunta, è necessaria un’anzianità contributiva non inferiore a trent’anni.
Alla data di decorrenza dell’Ape è richiesto che l’interessato sia lavoratore dipendente all’interno delle professioni indicate nell’allegato numero 3 alla Legge 30 dicembre 2021 numero 234, che abbia svolto in Italia da almeno sette anni negli ultimi dieci ovvero da almeno sei anni, negli ultimi sette, attività lavorative per le quali è richiesto un impegno tale da rendere particolarmente difficoltoso e rischioso il loro svolgimento in modo continuativo.
L’Ape è corrisposta ogni mese per dodici mensilità nell’anno, fino all’età prevista per il pensionamento di vecchiaia ovvero sino al conseguimento di un trattamento pensionistico diretto anticipato o conseguito o conseguito anticipatamente rispetto all’età per la vecchiaia.
La somma in questione, in ogni caso, non può eccedere l’importo mensile di 1.500 euro lordi, non è soggetta a rivalutazione né ad integrazione al trattamento minimo.
A differenza di quanto appena descritto, Ape è incompatibile con i trattamenti di sostegno al reddito connessi allo stato di disoccupazione involontaria, con l’indennizzo previsto in caso di cessazione di attività commerciale e con l’indennità ISCRO.
Quanti nel corso del 2023 sono in possesso dei requisiti necessari per l’anticipo pensionistico sono tenuti a presentare la domanda per il riconoscimento delle condizioni entro il 31 marzo o il 15 luglio. Le richieste presentate oltre tali termini e, in ogni caso, non oltre il 30 novembre 2023 saranno prese in considerazione soltanto in presenza delle necessarie risorse finanziarie.