Bonus mamme lavoratrici PA: da maggio fino a 150 euro anche alle dipendenti pubbliche

Redazione 22/04/24
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Il bonus mamme lavoratrici si estende alle dipendenti della PA a partire da maggio 2024. Anche per le mamme del pubblico impiego il cedolino paga beneficerà dell’esonero contributivo finora dato alle dipendenti del settore privato.

Insieme allo sgravio di competenza di maggio, verranno accreditati sullo stipendio tutti gli arretrati fino a gennaio 2024. Un malloppo che può arrivare a circa 750 euro.

Importante ribadire che il bonus non è per tutte le lavoratrici, ma solo per chi ha 2 o più figli a carico (almeno quest’anno). Misura prevista dalla legge di bilancio 2024.

In dettaglio come funziona il bonus mamme lavoratrici e le regole da maggio per le dipendenti PA.

Indice

Cos’è il bonus mamme lavoratrici 2024

La manovra finanziaria approvata per il 2024 ha introdotto uno specifico esonero dei contributi previdenziali (9,19% della retribuzione), fino a un massimo di 3 mila euro annui, per le lavoratrici che hanno almeno tre figli a carico.

Per il 2024 inoltre, in via sperimentale, il bonus viene esteso anche alle lavoratrici con due figli a carico. L’agevolazione riguarda tutte le dipendenti del settore pubblico e privato (anche agricolo, in somministrazione e in apprendistato) con contratto a tempo indeterminato.

Ci sono stati però alcuni ritardi nella partenza dello sgravio, che per le lavoratrici private è partito a febbraio 2024, a seguito della circolare Inps. Ora è il momento delle mamme che lavorano nella PA (Ministeri, scuola, enti pubblici). Per loro il bonus parte a maggio (compresi di tutti gli arretrati).

A chi spetta bonus mamme lavoratrici 2024

Come detto, solo per il 2024, le mamme con a carico due figli beneficeranno di un esonero dai contributi IVS, che consentirà loro di aumentare lo stipendio mensile. Dal 2025 invece, questa opportunità sarà riservata solo a chi ha 3 o più figli. In dettaglio:

  • 2 figli nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2024 (di cui il più piccolo abbia un’età inferiore a 10 anni);
  • 3 o più figli nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2026 (di cui il più piccolo abbia un’età inferiore a 18 anni).

Escluso invece il settore del lavoro domestico.

Possono accedere all’esonero tutte le lavoratrici madri con contratti a tempo indeterminato:

  • dipendenti di datori di lavoro pubblici;
  • dipendenti di datori di lavoro privati, anche non imprenditori, inclusi quelli appartenenti al settore agricolo.

Importo del bonus mamme lavoratrici 2024

Lo sgravio riconosciuto in busta paga per le mamme che lavorano è pari al 100% della contribuzione previdenziale a carico della lavoratrice, nel limite massimo di 3 mila euro annui, con un azzeramento dei contributi previdenziali a carico del lavoratore corrispondenti al 9,19% della retribuzione.

Questa somma annua è da suddividere su base mensile.

Spalmati su base mensile, vediamo come la soglia massima di esonero dovuta alla dipendente sia pari a 250 euro (€ 3.000/12).

In sostanza lo stipendio si alza, esattamente dell’importo a titolo di sgravio contributivo.

In aggiunta,, visto che per la PA lo sgravio parte a maggio, le dipendenti beneficiarie riceveranno anche gli arretrati fino a gennaio. In sostanza potrebbero vedersi accreditare fino a 750 euro in busta paga.

Bonus mamme lavoratrici esteso alla PA da maggio 2024

Mentre per le dipendenti private tutto è partito lo scorso febbraio, le dipendenti PA erano ancora in attesa dello sblocco del bonus. E’ arrivato anche il loro momento, perché anche loro inizieranno a beneficiarie dello sgravio contributivo fino a 3mila euro annui, a partire dallo stipendio di maggio 2024.

Il bonus non è automatico

Attenzione perché non c’è nulla di automatico. Il bonus non viene attribuito d’ufficio. Occorre fare richiesta, comunicando i codici fiscali dei figli all’Inps per messo del datore di lavoro.

Come chiarito dall’Inps con apposita circolare, le lavoratrici pubbliche e private titolari di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, possono comunicare al loro datore di lavoro la volontà di avvalersi dell’esonero, rendendo noti al medesimo datore di lavoro il numero dei figli e i codici fiscali di due o tre figli.

Leggi anche > Bonus mamme lavoratrici: cosa deve fare il datore di lavoro per attivarlo

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