Studenti e lavoratori fuorisede: si può votare solo se si torna a casa

Redazione 08/02/13
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Dopo il duello inerente il decreto sul diritto allo studio universitario, che ha portato al rinvio di due settimane del provvedimento con esplicita vittoria delle associazioni studentesche che da mesi lo contestano, si ripresenta per gli studenti il problema del voto fuorisede.

La questione della votazione per gli universitari fuorisede rimane un cruccio, irrisolto, che continua a riproporsi ad ogni tornata elettorale. Niente è stato fatto al riguardo dal Ministero dell’Interno in vista delle imminenti elezioni politiche. La stessa polemica si era levata anche in occasione non solo delle precedenti regionali e comunali, ha toccato altresì i referendum e le europee.

Non bastavano i 20 mila giovani che, seguendo i rispettivi studi all’estero, si sono visti costretti a rientrare per poter votare nelle città d’origine; adesso a questa cifra si deve aggiungere il cospicuo numero degli studenti fuori sede.

Stando ai dati del Ministero dell’istruzione, l’università italiana conterebbe oltre 800 mila persone che attualmente frequentano atenei esterni alle regioni di provenienza. Alla circoscritta categoria degli studenti si assomma quella dei lavoratori distaccati, coloro i quali hanno trovato impiego fuori dalla rispettiva città.

Nonostante i numeri, da soli, bastino a far riflettere sulla necessità oramai consolidata di dover approvare in via definitiva una normativa ad hoc che permetta un’affluenza al voto più agevole, restringendo ovviamente i costi di chi è obbligato a spostarsi con conseguente risparmio in termini di tempo e di efficienza, ad oggi l’esercizio del diritto di voto rimane ancora assoggettato al comune di residenza.

Il Ministero dell’Interno ha stipulato accordi con le maggiori società di trasporto per garantire a chi si sposta delle ovvie agevolazioni. Alitalia regala uno sconto del 40%, raggiungendo la soglia massima di 40 euro sul biglietto di andata e ritorno. Sulla stessa linea si sono posizionate Blu-express e Blue Panorama, attivando sempre un 40% di riduzione, fino a ad un massimo di 20 euro per tratta.

Lo sconto arriva poi al 60% (per le tratte regionali) e al 70% (per le tratte medio lunghe) sull’acquisto dei biglietti andata e ritorno su spostamenti via treno (anche Italo applica il 60% alla smart class) o via traghetto.  Tuttavia, le agevolazioni previste non consolano i fuorisede, prospettando uno scenario scoraggiante ed iniquo.

Non tutti i fuorisede, infatti, sono uguali. I residenti in Sardegna, ad esempio, che spesso non si limitano a prendere un semplice aereo o treno per raggiungere casa, venendo a dipendere la loro mobilità anche dal servizio dei pullman e da quello portuale, non possono fruire degli sconti aerei proposti da Alitalia. Nei loro confronti, l’accordo della continuità territoriale rimane fisso: esso presume che il costo standard del biglietto acquisito con Meridiana o Alitalia si blocchi alla cifra di 70 euro in ogni mese dell’anno.

Anche l’applicazione di tariffe scontate su un solo biglietto, suona per i sardi come una vera e propria farsa. Per questo motivo, alcuni studenti con residenza nell’isola hanno pensato, in segno di disapprovazione, di mettere in vendita i rispettivi certificati elettorali a 5 euro sul portale Ebay.

Le trascorse primarie del centrosinistra hanno dimostrato come sia possibile implementare un sistema di voto facilmente usufruibile da chi studia o lavora fuorisede, restringendone spese e scomodità. E’ bastato, difatti, identificare il votante fuorisede mediante un apposito modulo compilativo online, che è stato poi convogliato in un seggio appositamente riservato ai fuorisede. Ecco un modo semplice e poco dispendioso per accordare il legittimo esercizio di voto anche a chi vive lontano dalla propria residenza per ragioni di studio o di lavoro.

La proposta di legge del 6 dicembre scorso avanzata al Parlamento dal senatore Francesco Pardi dell’Idv, col beneplacito dell’esponente democratico Stefano Ceccanti e del comitato “Iovotofuorisede”, non ha trovato convalida; di conseguenza la proposta che definiva i termini per l’introduzione del voto anticipato è rimasta sospesa. L’importanza della norma sta nel fatto che, in caso di approvazione, gli studenti e i lavoratori fuorisede si vedrebbero riconosciuta la possibilità di esprimere il voto presso le prefetture di domicilio e sotto la responsabilità del prefetto. Niente di più facile. Cosa stiamo aspettando?Dopo il duello inerente il decreto sul diritto allo studio universitario che ha portato al rinvio di due settimane del provvedimento, con esplicita vittoria delle associazioni studentesche che da mesi lo contestano; si ripresenta per gli studenti il problema del voto fuorisede.

La questione della votazione per gli universitari fuorisede rimane un cruccio, irrisolto, che continua a riproporsi ad ogni tornata elettorale. Niente è stato fatto al riguardo dal Ministero dell’Interno in vista delle imminenti elezioni politiche. La stessa polemica si era levata anche in occasione non solo delle precedenti regionali e comunali, ha toccato altresì i referendum e le europee.

Non bastavano i 20 mila giovani che, seguendo i rispettivi studi all’estero, si sono visti costretti a rientrare per poter votare nelle città d’origine; adesso a questa cifra si deve aggiungere il cospicuo numero degli studenti fuori sede.

Stando ai dati del Ministero dell’istruzione, l’università italiana conterebbe oltre 800 mila persone che attualmente frequentano atenei esterni alle regioni di provenienza. Alla circoscritta categoria degli studenti si assomma quella dei lavoratori distaccati, coloro i quali hanno trovato impiego fuori dalla rispettiva città.

Nonostante i numeri, da soli, bastino a far riflettere sulla necessità oramai consolidata di dover approvare in via definitiva una normativa ad hoc che permetta un’affluenza al voto più agevole, restringendo ovviamente i costi di chi è obbligato a spostarsi con conseguente risparmio in termini di tempo e di efficienza, ad oggi l’esercizio del diritto di voto rimane ancora assoggettato al comune di residenza.

Il Ministero dell’Interno ha stipulato accordi con le maggiori società di trasporto per garantire a chi si sposta delle ovvie agevolazioni. Alitalia regala uno sconto del 40%, raggiungendo la soglia massima di 40 euro sul biglietto di andata e ritorno. Sulla stessa linea si sono posizionate Blu-express e Blue Panorama, attivando sempre un 40% di riduzione, fino a ad un massimo di 20 euro per tratta.

Lo sconto arriva poi al 60% (per le tratte regionali) e al 70% (per le tratte medio lunghe) sull’acquisto dei biglietti andata e ritorno su spostamenti via treno (anche Italo applica il 60% alla smart class) o via traghetto.  Tuttavia, le agevolazioni previste non consolano i fuorisede, prospettando uno scenario scoraggiante ed iniquo.

Non tutti i fuorisede, infatti, sono uguali. I residenti in Sardegna, ad esempio, che spesso non si limitano a prendere un semplice aereo o treno per raggiungere casa, venendo a dipendere la loro mobilità anche dal servizio dei pullman e da quello portuale, non possono fruire degli sconti aerei proposti da Alitalia. Nei loro confronti, l’accordo della continuità territoriale rimane fisso: esso presume che il costo standard del biglietto acquisito con Meridiana o Alitalia si blocchi alla cifra di 70 euro in ogni mese dell’anno.

Anche l’applicazione di tariffe scontate su un solo biglietto, suona per i sardi come una vera e propria farsa. Per questo motivo, alcuni studenti con residenza nell’isola hanno pensato, in segno di disapprovazione, di mettere in vendita i rispettivi certificati elettorali a 5 euro sul portale Ebay.

Le trascorse primarie del centrosinistra hanno dimostrato come sia possibile implementare un sistema di voto facilmente usufruibile da chi studia o lavora fuorisede, restringendone spese e scomodità. E’ bastato, difatti, identificare il votante fuorisede mediante un apposito modulo compilativo online, che è stato poi convogliato in un seggio appositamente riservato ai fuorisede. Ecco un modo semplice e poco dispendioso per accordare il legittimo esercizio di voto anche a chi vive lontano dalla propria residenza per ragioni di studio o di lavoro.

La proposta di legge del 6 dicembre scorso avanzata al Parlamento dal senatore Francesco Pardi dell’Idv, col beneplacito dell’esponente democratico Stefano Ceccanti e del comitato “Iovotofuorisede”, non ha trovato convalida; di conseguenza la proposta che definiva i termini per l’introduzione del voto anticipato è rimasta sospesa. L’importanza della norma sta nel fatto che, in caso di approvazione, gli studenti e i lavoratori fuorisede si vedrebbero riconosciuta la possibilità di esprimere il voto presso le prefetture di domicilio e sotto la responsabilità del prefetto. Niente di più facile. Cosa stiamo aspettando?

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