Riforma pensioni: Boeri mette in guardia sui costi quota 100 e quota 41

Redazione 28/05/18
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Secondo il presidente dell’INPS, Tito Boeri, l’abolizione della Fornero e la conseguente riforma pensioni che Lega e Movimento 5 Stelle hanno inserito all’interno del contratto di governo, non potrà essere sostenuta facilmente perché costerà più del previsto. Infatti, Boeri ha annunciato che per l’introduzione del requisito pensionistico quota 100 (somma tra età e contributi) e quota 41 (anni di contributi), sono necessarie risorse di gran lunga superiori rispetto a quelle calcolate dai due movimenti politici. Il presidente INPS parla espressamente di un costo immediato di ben 15 miliardi per salire a regime a 20 miliardi l’anno, con un debito implicito di 120 miliardi di euro.

Il monito del presidente INPS su riforma pensioni Lega M5S

Boeri, al Forum PA 2018, ha fatto notare che sul contratto del governo in merito alla quota 100 per l’accesso alla pensione: “c’è una cifra diversa, 5 miliardi. Per arrivare a questa cifra ci sarebbe bisogno di inserire finestre che impongano un ritardo di 15 mesi”. Quindi per Boeri i miliardi che intende stanziare il nuovo governo non sono assolutamente sufficienti, specificando che, per considerare realistica la cifra di 5 miliardi, bisognerebbe inserire nella riforma pensioni Lega M5S, finestre che impongano un ritardo di 15 mesi nell’accesso al pensionamento, per dare origine ad una sorta di quota superiore a 101 che ridurrebbe in questo modo i costi a 7 miliardi l’anno e a 13 miliardi a regime. Un’altra soluzione propsota sempre dal presidente INPS è quella di non considerare nel calcolo gli anni dei contributi figurativi o i riscatti. Infine Boeri ha aggiunto: “Bisognerebbe essere molto espliciti, avere l’onestà intellettuale di dire cosa vogliono fare e che cosa c’è e cosa non c’è esattamente in quota 100”.

Risorse prese dal taglio delle pensioni d’oro?

Il contratto di governo Lega M5S dedica anche un capitolo ai tagli dei costi della politica, dei costi delle istituzioni e soprattutto delle pensioni d’oro. I due partiti promettono di intervenire nelle sedi di competenza per eliminare gli eccessi e i privilegi. In merito alle pensioni d’oro si ritiene necessario un intervento finalizzato al taglio di quelle pensioni superiori ai 5000 euro netti mensili che non sono giustificate dai contributi versati. Resta da chiarire a quanto ammonterebbe il risparmio derivato da queste misure e se potrebbe contribuire ad attuare la riforma pensioni del governo.

Problema coperture anche con il reddito di cittadinanza

Lo stesso discorso vale anche per la misura del reddito di cittadinanza. Per Boeri, infatti, i costi sono “nettamente superiori a quelli stimati”, chiarendo che in casi come questi l’indagine campionaria, da sola, non appare sufficiente per fornire un quadro completo sulla situazione di coloro che potrebbero avere la possibilità di accedere al beneficio. Andrebbero, invece, utilizzati i dati amministrativi per la valutazione precisa delle politiche da mettere in atto.

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