Da quanto appreso nel comunicato unitario diffuso dai sindacati, si ricorda poi che la crisi degli ultimi anni si è abbattuta sui lavoratori pubblici con sei anni di blocco contrattuale, in aggiunta ai tagli di sistema derivanti dalle politiche di austerità. Al centro del confronto con il Governo quindi, sia in sede di discussione sulla prossima legge di Stabilità che presso i tavoli contrattuali, la tutela salariale ed occupazionale rimane un argomento caldo che va affrontato.
“Occorre garantire in maniera certa e sufficiente lo stanziamento di risorse utili a tutelare il potere d’acquisto delle retribuzioni dei lavoratori pubblici“, fanno sapere dal sindacato. “In questo quadro – si legge nella nota sindacale – temi come la revisione dei profili professionali, degli inquadramenti, della formazione come strumento di valorizzazione delle carriere, maggiore ruolo per le RSU e per la contrattazione decentrata, sono questioni su cui il sindacato confederale è pronto a sfidare il Governo”.
Le tre sigle confederali chiedono, analogamente, che venga pienamente liberata e valorizzata la contrattazione di secondo livello legata ad obiettivi, affinché possa costituire concretamente uno strumento di miglioramento per i servizi pubblici, rendendo contemporaneamente maggiori l’efficacia della P.A. e la qualificazione della spesa. Per superare i vincoli legislativi che attualmente limitano la contrattazione come strumento di innovazione della P.A, come ribadito da Cgil, Cisl e Uil, quest’ultima deve essere, oltre che esercitata, potenziata.
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