Pensione Anticipata: come evitare che l’INPS respinga la domanda?

Redazione 09/03/16
In merito al cosiddetto salvacondotto per la pensione anticipata dei soggetti nati nel 1951 e nel 1952, l’INPS ha negato l’accesso a chi è disoccupato.

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PENSIONE ANTICIPATA: PERCHE’ L’INPS HA RESPINTO LA DOMANDA?

Il beneficio del salvacondotto per la pensione anticipata è stato previsto dalla Legge Fornero e permette di accedere alla pensione, con riferimento ai nati sino al 31 dicembre 1952, una volta compiti 64 anni di età, e rispettando i seguenti requisiti:

– almeno 35 anni di contributi alla data del 31 dicembre 2012, nel caso si tratti di lavoratori dipendenti del settore privato;

– almeno 20 anni di contributi alla data del 31 dicembre 2012, nel caso si tratti di lavoratrici dipendenti del settore privato.

Da quando è iniziato il 2016, tuttavia, sono diversi i lavoratori la cui domanda di pensione anticipata con il cosiddetto Salvacondotto è stata respinta dall’Istituto di Previdenza.

PENSIONE ANTICIPATA: CHI E’ ESCLUSO DAL SALVACONDOTTO?

La norma, infatti, esclude i lavoratori autonomi e i dipendenti del settore pubblico.

In aggiunta a ciò, il requisito anagrafico dei 64 anni di età va adeguato agli incrementi alla speranza di vita, per cui nel 2016 è pari a 64 anni e 7 mesi.

Disoccupati

Il respingimento delle domande di pensione, in realtà, non fanno riferimento né ai lavoratori autonomi, né ai dipendenti pubblici, né tanto meno a quei soggetti che ancora non hanno maturato 64 anni e 7 mesi di età, riferendosi invece ad una precisa disposizione prevista dall’INPS, non molto conosciuta.

Tale disposizione è, infatti, contenuta in un messaggio dell’INPS (219/2013) il quale, allo scopo di interpretare la Legge Fornero, in sostanza l’ha cambiata, nello specifico, negando l’accesso al salvacondotto ai lavoratori non occupati alla data del 28 dicembre 2011.

Non hanno, quindi, diritto alla pensione proprio i soggetti che invece dovrebbero averne maggiore bisogno, così come è stato evidenziato nel corso delle ultime settimane dai numerosi lavoratori, classe 1952, che, nonostante il possesso dei requisiti richiesti, si sono visti respingere la domanda di pensione proprio perché disoccupati al 28 dicembre 2011.

Visto l’ingente numero di persone coinvolte, molto probabilmente la questione farà scattare un comitato e una class action, affinché, ai fini dell’accesso al beneficio del salvacondotto, venga cancellata la ‘clausola’ dell’occupazione alla data del 28 dicembre 2011.

PENSIONE ANTICIPATA: QUALI SONO GLI ALTRI MODI PER ACCEDERVI?

I lavoratori del 1952, in realtà, hanno a disposizione un’altra strada per poter anticipare la pensione.

– Infatti, i lavoratori, indipendentemente dall’età, possono comunque accedere alla pensione se possiedono 42 anni e 10 mesi di contributi (per gli uomini) o 41 anni e 10 mesi (per le donne), utilizzando la pensione anticipata prevista dalla Legge Fornero.

– Alternativamente, gli stessi possono usufruire la pensione anticipata contributiva. In questo caso, bastano 20 anni di contributi e 63 anni e 7 mesi di età, tuttavia viene richiesto che tutti i contributi siano computati nella Gestione Separata, per coloro che possiedono contribuzione versata prima dell’anno 1996.

Attenzione, però, in quanto non hanno diritto comunque ad accedervi i lavoratori che possiedono più di 18 anni versati prima del 31 dicembre 1995 e meno di 5 anni versati dopo la stessa data.

Opzione Donna

Per quanto riguarda, poi, le sole lavoratrici, qualora abbiano maturato almeno 35 anni di contributi alla data del 31 dicembre 2015, hanno la possibilità di usufruire anche dell’Opzione Donna.

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Sia l’Opzione donna che la pensione anticipata contributiva, in realtà, sono istituti molto penalizzanti dal momento che l’assegno viene calcolato con il sistema contributivo. Pertanto viene rimessa ai lavoratori la scelta, che come tale deve essere ben valutata, consigliando di fare prima un confronto tra il trattamento spettante con la pensione di vecchiaia, calcolato con il metodo retributivo-misto, e invece quello spettante con l’Opzione donna o la pensione anticipata contributiva.

 

 

 

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