Elezioni 2018, cosa succede adesso?

L’iter per la formazione de Parlamento e del possibile nuovo Governo

Redazione 08/03/18
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I risultati elettorali delle recentissime Elezioni 2018 non hanno decretato nessun vincitore assoluto. Nessuna delle coalizioni politiche in corsa ha i numeri per governare, ma le liste che hanno ottenuto più voti sono il Movimento 5 Stelle come primo partito e la Lega come guida del CentroDestra.

Elezioni 2018: 2 vincitori, nessuna maggioranza

Per la Camera dei Deputati i pentastellati hanno ottenuto il 32,64% dei consensi, soprattutto al Sud, seguito dal Pd con il 18,71% e dalla Lega 17,4%. Quest’ultimo si è imposto soprattutto nelle Regioni del Centro Nord, staccando di 3 punti l’alleato Forza italia e portano la coalizione al primo posto con il 37%.

Stessi risultati per il Senato con il M5S al 31%, la Lega al 17,64% e il Pd fermo al 19,13%.

Affluenza alle Elezioni 2018

L’affluenza degli elettori è stata circa del 73% (73,01% al Senato, 72,91% alla Camera), 2 punti in meno rispetto alle Elezioni politiche 2013 quando il voto avvenne su 2 giornate con il picco massimo nelle Regioni del Centro Nord, in particolare Veneto (78%), Emilia Romagna e Umbria e agli ultimi posti le regioni del Sud, in Sicilia l’affluenza è stata del 62%.

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Le tappe per il nuovo Governo

Per la nascita del nuovo Governo sarà necessaria un’alleanza tra le coalizioni in competizione durante questa campagna elettorale. L’iter prevede dei passi obbligati vediamo saranno più nel dettaglio.

23 marzo: prima seduta delle Camere

Dopo 20 giorni dalle Elezioni 2018 si svolgerà la prima seduta di Camera e Senato per l’elezione dei presidenti e uffici di presidenza, secondo regolamenti diversi. Lap rima seduta di Palazzo Madama sarà presieduta dal senatore più anziano, ovvero Giorgio Napolitano (93 anni), mentre a Montecitorio l’onore toccherà al vicepresidente di una legislatura passata  eletto con più voti, Roberto Giacchetti del Pd (se sarà rieletto) o, a seguire, Luigi Di Maio del M5S. In mancanza di un vicepresidente toccherà al deputato più anziano.

Come si votano i presidenti di Camera e Senato

L’elezione dei presidenti di Camera e Senato avverrà con scrutinio segreto, secondo meccanismi di elezione diversi:

  • al Senato se entro tre votazioni nessuno supera la maggioranza assoluta si va al ballottaggio tra i due più votati con la vittoria del più votato. A parità di voti viene eletto il più anziano,
  • alla Camera, invece, per l’elezione del presidente servirà la maggioranza dei due terzi nei primi tre scrutini, poi la maggioranza assoluta.

I nuovi gruppi parlamentari

Entro il 25 marzo ogni parlamentare eletto dovrà comunicare a quale gruppo vuole appartenere ed entro il 27 marzo ogni gruppo eleggerà il proprio presidente e il proprio rappresentante nelle Commissioni permanenti.

Consultazioni per il nuovo Governo a fine marzo

Previsti per fine marzo, inizio aprile le dimissioni presentate dal premier Gentiloni e le consultazioni al Quirinale per la formazione del nuovo governo.  Dopo la prima settimana del mese di aprile i presidenti delle Camere, l’ex capo dello Stato Giorgio Napolitano e i rappresentanti dei gruppi parlamentari saliranno al Quirinale.

Terminate le consultazioni il presidente della Repubblica Mattarella deciderà sul da farsi, conferire un incarico esplorativo o un incarico pieno per la formazione del nuovo governo. Nell’attesa resterà in carica come premier Gentiloni per gli affari correnti.

La maggioranza di Governo

Gli scenari possibili verso il nuovo Governo sono diversi. Se l’incaricato da Mattarella riuscirà a trovare la maggioranza per governare potrà sciogliere la riserva, presentando la lista dei Ministri al Quirinale, facendo giuramento e andando poi a Montecitorio e Palazzo Madama per il voto di fiducia. Se incasserà il voto di fiducia, il nuovo esecutivo di governo potrà iniziare a lavorare. Se l’incaricato rinuncerà, il presidente Mattarella potrà fare un nuovo giro di consultazioni e eventualmente affidare un nuovo incarico.

Nel caso non ci fossero i numeri per formare una maggioranza governativa, l’ipotesi sarebbe quella di un ritorno alle urne, ma si tornerà a votare ancora con il Rosatellum tanto criticato? Secondo il calendario si potrebbe andare a votare tra fine giugno e inizio luglio (tempo di vacanze dopo la fine della scuola), che non è il periodo ideale, quindi con più probabilità si sposterebbe il voto in autunno, quando però sarà già tempo di Legge di Bilancio.

Gli interrogativi sul nuovo possibile Governo e su un eventuale ritorno al voto in tempi brevi sono tanti e ci vorrà almeno un mese per capire come andrà a finire.

Redazione

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