Draghi accontenta Grillo, sì alla Transizione Ecologica. Oggi il voto su Rousseau

Il sì di Draghi al nuovo Ministero per la Transizione Ecologica segna l’apertura a tutte le richieste dei 5 stelle. Tocca adesso agli iscritti decidere sul sostegno al nuovo governo, si vota fino alle 18

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Arriva l’apertura di Draghi alle richieste del Movimento 5 stelle. Nella giornata di ieri, durante il confronto con le parti sociali, il Premier incaricato ha aperto alla creazione del Ministero per la Transizione Ecologica, che nella proposta del garante dei 5 stelle dovrebbe rappresentare una fusione di Ambiente e Sviluppo, un po’ come succede già in Francia, Spagna, Svizzera e Costa Rica.

La comunicazione è arrivata dalle rappresentanze di WWF, Greenpeace e Legambiente al termine del colloquio con Draghi. Per il Movimento 5 stelle questo può rappresentare una svolta, una garanzia che i progetti del Movimento potranno proseguire anche nel governo Draghi, sul quale gli iscritti sono chiamati a votare oggi, dopo lo stop arrivato ieri da Grillo stesso. Sempre nella giornata di ieri, una nuova telefonata tra il premier incaricato e il garante del Movimento aveva rassicurato quest’ultimo sulla sopravvivenza del Reddito di Cittadinanza e sul fatto che il MES non sarà preso in considerazione.

Di seguito il quesito che verrà sottoposto alla base 5 stelle su Rousseau:

“Sei d’accordo che il MoVimento sostenga un governo tecnico-politico che preveda un super-Ministero della Transizione Ecologica e che difenda i principali risultati raggiunti dal MoVimento, con le altre forze politiche indicate dal presidente incaricato Mario Draghi?”

Una domanda da “dentro o fuori” quindi, che non prevede la possibilità per i 5 stelle di astenersi dalla fiducia al governo. Come detto in precedenza, la questione del super-Ministero è subito diventata centrale per l’entrata dei pentastellati nell’esecutivo. Cambia il registro, spunta il termine “governo tecnico-politico” e si parla di governo con le altre forze politiche indicate da Draghi. Cade quindi anche il no al governo con la Lega.

La struttura del quesito ci fa capire come sia cambiata la linea del Movimento, con i governisti che hanno prevalso e con l’apertura del premier incaricato a tutte le richieste dei 5 stelle. Lo spiraglio di un nuovo governo in tempi brevi si fa quindi sempre più ampio, e se anche i “ribelli” del Movimento dovessero distaccarsi dalla linea governista, la collaborazione con la Lega permetterebbe comunque al governo Draghi di avere una maggioranza ampia in Parlamento.

Ampia ma non stabile. Una coalizione che preveda al proprio interno partiti così diversi come PD e Lega sicuramente ha bisogno di particolari accorgimenti per poter proseguire, con un progetto ben preciso e un compromesso tra le parti. Il sostegno incondizionato mostrato dai partiti durante le consultazioni è sicuramente rassicurante, ma non rappresenta una garanzia per la futura stabilità del governo. Toccherà quindi a Draghi delineare un progetto che possa garantire la piena collaborazione e proporre un programma che possa essere condiviso da tutti i partiti.

Cosa succede se oggi tra gli iscritti 5 stelle dovesse prevalere il no? Con la Lega, il governo Draghi ha comunque i numeri per partire. Per il Movimento potrebbe essere un’occasione mancata per proseguire le politiche di sviluppo sostenibile, lo sanno i governisti che potrebbero in ogni caso decidere di sostenere il governo contro la linea del Movimento.

Conte prova a spingere i 5 stelle verso il governo: “Se fossi iscritto a Rousseau, voterei sì al governo Draghi” ha affermato nella giornata di ieri. Le votazioni si chiuderanno oggi alle 18, solo al termine si conoscerà il ruolo del Movimento nel futuro del governo Draghi, che potrebbe sciogliere la riserva già nella giornata di domani.

(FOTO ilblogdellestelle.it)

Alessandro Sodano

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