Addio Imu, il Senato dà l’ok all’abolizione. Il decreto è legge

Redazione 24/10/13
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Anche il Senato ha detto sì all’abolizione dell’Imu, mettendo il timbro finale al provvedimento 102/2013 recante il nome “disposizioni urgenti in materia di IMU, di altra fiscalità immobiliare, di sostegno alle politiche abitative e di finanza locale, nonché di cassa integrazione guadagni e trattamenti pensionistici”, che ora diventa legge.

Insomma, decreto Imu, sì, ma non solo. Al suo interno, infatti, si trovano anche importanti novità inerenti il welfare, che riguardano le categorie più bistrattate degli ultimi mesi in materia, ossia i cassintegrati e gli esodati. Per chi si trova in regime di Cig, ecco 500 milioni che vanno a rifinanziare il fondo già prosciugato dopo il record di ore raggiunto nel 2013.

Per gli esodati, invece, viene assicurata la copertura per 9mila nuovi esodati, per effetto delle modifiche introdotte alla Camera prima della recente approvazione, quando la platea dei tutelati dal decreto Imu si è allargata di 2500 unità rispetto alle previsioni.

Quindi, confermatissima la previsione principale del decreto, con l’abolizione dell’Imu per le case non di lusso e quelle già esenti durante l’anno in corso, dunque terreni agricoli, fabbricati rurali e cooperative edilizie a proprietà indivisa, oltre che all’invenduto degli operatori dell’edilizia.

Scende del 4% anche l’importo richiesto dalla cedolare secca sugli affitti, con aggiunta di un Fondo destinato a inquilini morosi incolpevoli, con 20 milioni per ciascuno dei prossimi due anni.

Tra le novità, poi, anche le nuove modalità di calcolo della Tares, anch’essa destinata a sparire con l’avvento, da gennaio, del Trise, nuovo tributo che andrà a coprire i servizi pubblici in base alla rendita catastale delle abitazioni e al volume di rifiuti prodotti.

Comunque, finché la Tares resterà in vita, questa verrà ricalcolata sulla base del reddito Isee: saranno, comunque, i Comuni a definire gli importi, che potranno rimanere anche bloccati al 2012.

Nuova agevolazione anche per i concessionari dei videopoker in stato di debito con il fisco: la quota che saranno invitati a versare scende ancora, al 20% del dovuto rispetto al 25% precedentemente indicato.

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