Ineleggibilità, il Pd presenta il ddl che salva Berlusconi. Il testo

Redazione 12/07/13
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Mentre in questi giorni si continua a discutere della possibile terza – e definitiva – condanna di Silvio Berlusconi nel processo Mediaset, un’altra questione sempre inerente il destino politico del Cavaliere è ancora più urgente. Si tratta, come noto, della supposta ineleggibilità dell’ex premier, rilanciata dal MoVimento 5 Stelle alla Giunta per le elezioni del Senato, che dovrebbe pronunciarsi sull’argomento nei prossimi giorni.

Per l’esito della votazione, siccome i grillini non possono godere della maggioranza all’interno dell’organismo che valuta la legittimità delle elezioni dopo l’ultima consultazione di febbraio, è risaputo come risulterà decisiva la posizione che assumerà il Partito democratico. E, in proposito, nelle ultime ore si sono avvicendate le voci più differenti sul’argomento, al punto che i due capigruppo a Camera e Senato, Speranza e Zanda, hanno sostenuto due tesi diametralmente opposte.

Ma è tutto come sembra? In realtà, dal 20 giugno è presente in Parlamento una proposta che sembra chiarire la posizione del Pd sul tema della presunta incandidabilità di Silvio Berlusconi: pare proprio che i democratici intendano salvare l’alleato di governo e di maggioranza, nell’era delle cosiddette “larghe intese”.

A dimostrazione che il partito di centrosinistra finirà per dare l’ennesimo paracadute all’avversario di tante battaglie elettorali, il ddl presentato proprio al Senato da alcuni onorevoli Pd, con esponenti di spicco come lo stesso capogruppo Zanda, o anche Mucchetti Chiti, Gotor e Migliavacca: una modifica che renderebbe l’ineleggibilità come “incompatibilità”.

Ma vediamo di cosa si tratta: la legge che dichiarerebbe Berlusconi ineleggibile è la 361 del 1957, in base alla quale qualsiasi concessionario di un bene pubblico – quale è, appunto, la frequenza televisiva – non possa essere eletto in Parlamento. Un punto sul quale anche la rivista MicroMega nei mesi scorsi ha lanciato una fortunata petizione, che ha raccolto oltre 250mila adesioni in rete.

Così, ora, a pochi giorni dal voto decisivo, ecco il salvagente del Pd al “nemico” Berlusconi: la nuova formulazione della legge non porterebbe alla decadenza automatica del seggio del parlamentare ineleggibile, lasciando l’interessato nella condizione di decidere se optare per il bene pubblico o per il seggio parlamentare. Inoltre, viene consentito al soggetto finito nel mirino della Giunta di vendere il controllo di un’azienda coinvolta nello sfruttamento del bene pubblico entro il limite massimo di un anno. Una mossa che, dopo la concessione di chiusura del Parlamento per un pomeriggio a seguito delle presisoni del Pdl, rende ancor più evidente la linea del Partito democratico nei riguardo dello “scomodo” avversario.

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