Scuola, aumento ore lezioni: la protesta degli insegnanti

Redazione 24/10/12
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In questi giorni si sta consumando quasi nell’indifferenza generale e senza un adeguato risalto una questione sconcertante: mi riferisco alla pretesa del governo di aumentare di imperio da 18 a 24 e a parità di stipendio, il numero di ore di lezione frontale degli insegnanti di medie e superiori dal prossimo anno.

Prima di entrare nel merito della questione, invito a leggere il comma 45 dell’articolo 3 del DDL di stabilità che disciplina la questione:

45. Le disposizioni di cui ai commi dal 42 al 44 non possono essere derogate dai contratti collettivi nazionali di lavoro. Le clausole contrattuali contrastanti sono disapplicate dal 1° settembre 2013”.

…Ce n’è abbastanza per protestarvi sopra un mese. Neanche Marchionne ha osato tanto a Pomigliano e non credo di sbagliare se penso che questo provvedimento farà da apripista ad altri successivi atti vandalici.

I dati (Fonte Eurydice 2011) mostrano come i docenti italiani siano perfettamente in linea con i colleghi europei. Chiaramente, stiamo parlando delle sole ore di lezione frontale che per essere erogate richiedono ore e ore di lavoro pomeridiano, spesso ignorato dai non addetti ai lavori: preparazione delle lezioni con raccolta di materiali in forma cartacea e digitale, preparazione di attività di laboratorio, preparazione e correzione delle verifiche e di parte degli elaborati svolti a casa, redazione di relazioni di programmazione per disciplina e per i consigli di classe, compilazione di moduli e richieste per le tante diverse necessità (DSA, libri di testo, acquisto materiali, richieste di visite didattiche), aggiornamento professionale e normativo ecc.

A ciò si deve aggiungere il tempo per il ricevimento dei genitori, per riunioni varie, scrutini, consigli di classe, il tempo per sbrigare le inevitabili pratiche della burocrazia scolastica (archiviazione dei compiti in classe, compilazione di registri, schede e pagelle, redazione e invio di comunicazioni scritte alle famiglie, telefonate per avvertire i genitori di alunni troppo assenti e/o in difficoltà, eventuali colloqui col dirigente, con assistenti sociali, con psicologi, con referenti di progetti…) e spesso tutto quel tempo non quantificabile in cui un professore resta a parlare (come un padre o una madre, a volte) in colloqui individuali con un alunno in difficoltà (non solo scolastiche), o in cui docenti si trattengono, (informalmente ma non per questo meno necessariamente), a discutere le tante situazioni e comportamenti problematici dei loro 80 o 140 o 200 o più alunni. Di somma in somma, arriviamo, a tenerci stretti, a 36-38 ore di lavoro (non lezione, ma lavoro sì: è chiara la differenza?).

E sia chiaro che sia il far lezione sia tutto il resto non è battere i timbri in ufficio, o scaldare la sedia, o premere un pulsante. E’ dimostrato da studi autorevoli che il lavoro degli insegnanti è usurante e soggetto a rischio di burnout; gli insegnanti hanno maggiore probabilità di ammalarsi di depressione e di fare uso di psicofarmaci.

Aumentando da 18 a 24 le ore di lezione frontale, aumenteranno il numero di classi e quindi di alunni da seguire. Saranno loro, gli alunni, le prime vittime di questa (indegna) proposta di legge: noi docenti, inevitabilmente, faremo peggio. Tante cose, nella gestione del nostro lavoro, si dovranno rivedere: certamente ci saranno meno verifiche, meno argomenti di studio, meno attività didattiche, meno progetti, meno laboratori, meno uscite scolastiche, meno approfondimento e aggiornamento, meno disponibilità all’ascolto dei ragazzi, all’osservazione dei loro comportamenti e progressi, meno attenzione alle loro necessità. Forse sarà difficile anche solo ricordare i nomi dei nostri alunni. In sostanza, didattica di minore qualità (a meno che Profumo non trovi il modo di aumentare per DDL anche la durata del giorno terrestre).

Certo, non so come l’Italia possa sperare in un futuro migliore se attribuisce così poco valore al lavoro di quei docenti a cui il Paese affida, con l’educazione dei giovani, proprio il suo futuro.

Monti e Grilli dicono che qualunque cambiamento nel DDL di stabilità, deve essere fatto a saldi invariati (sottolineando così che il problema è quasi irrisolvibile)…. bene, con l’aumento da 18 a 24 ore il governo intende risparmiare per l’anno scolastico 2012/2013 circa 180 milioni, contemporaneamente ha scelto di destinare, per lo stesso anno, alle scuole private 223 milioni di euro…

io un’idea su come modificare il DDL a saldi invariati, a questo punto ce l’avrei…

 

Laura Ciccarese

Insegnante di matematica e scienze, scuola media di Ponsacco (Pisa)

 

 

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