WIND JET: scommettiamo che … tornerà a volare prima di rimborsare i passeggeri?

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A sorpresa, il salvataggio arriva proprio dai creditori di Wind Jet nonostante il parere negativo del Commissario Giudiziale e dei P.M.

Infatti, all’udienza del 27 settembre il Commissario giudiziale, Prof. Avv. Libertini, ha ribadito il proprio giudizio negativo, già espresso nella relazione ex art. 172 Legge fallimentare, sulla proposta formulata dalla compagnia, sottolineando in particolar modo come “la presente proposta concordataria, pur costituendo espressione di un significativo impegno della società debitrice e del suo azionista di maggioranza, non offre, allo stato, margini di garanzia sicuri ai creditori chirografari”.

Anche i P.M., dott. Tasciotta e dott. Sorrentino, hanno manifestato perplessità sui termini della proposta di concordato.

Le operazioni di voto si sono concluse il 17 ottobre.

L’esito ufficiale delle dichiarazioni di voto, inizialmente a favore del “NO”, ha completamente stravolto le aspettative e, soprattutto, ha compromesso la possibilità – peraltro suggerita dallo stesso Commissario – di apportare dei correttivi alla proposta: «è possibile, tuttavia, che questi margini di garanzia siano raggiunti mediante l’apporto di correzioni migliorative alla proposta concordataria».

Il 92% dei creditori ha, dunque, approvato i termini del concordato: è previsto il pagamento al 5% per i chirografari (passeggeri in attesa di rimborso e creditori degredati a tale posizione), mentre i dipendenti e i cosiddetti creditori privilegiati saranno liquidati nella misura del 48%.

In attesa dell’omologazione del piano, ancora una volta a subirne le conseguenze negative sono esclusivamente i soggetti più deboli, come i passeggeri, ai quali poco importa che la crisi di Wind Jet sia stata acuita dal fallimento delle trattative con Alitalia.

Lo scorso anno, infatti, come ricorda uno degli avvocati della Wind Jet, Gianluigi Ascensi,“sono state poste in essere, in maniera incauta, determinate azioni che hanno modificato l’assetto aziendale per essere incorporato in Alitalia, ma quando la compagnia di bandiera si è tirata indietro la WindJet non era più autosufficiente per via della c.i.g. ai dipendenti, per il taglio di alcuni partner fondamentali a livello tecnico e manutentivo o ancora alle basi aeree”.

In tutta questa vicenda, tuttavia, c’è un altro protagonista – l’E.N.A.C. – che in qualità di Ente “controllore” non ha adottato le misure idonee per evitare tanto l’interruzione dei voli quanto l’aggravarsi dei disservizi .

In pratica, l’Enac – l’unica Autorità di regolazione tecnica, certificazione, vigilanza e controllo nel settore dell’aviazione civile in Italia e che ha tra i propri obiettivi anche la garanzia della qualità dei servizi resi all’utente e la tutela dei diritti del passeggero – pur a conoscenza della situazione aziendale di Wind Jet e delle trattative con Alitalia, già da molti mesi prima rispetto all’interruzione dei voli, scattata alle ore 24 dell’11 agosto 2012, è venuto meno al suo ruolo di vigilanza.

La missione dell’Enac, è bene ricordarlo, pone in evidenza tra gli obiettivi primari del suo mandato istituzionale: la sicurezza, la qualità dei servizi e la tutela dei diritti dei passeggeri.

La sicurezza dei voli viene perseguita sia sul fronte della safety, mediante la definizione di standard e requisiti di sistema finalizzati alla prevenzione, sia su quello della security, contribuendo alla salvaguardia dagli atti illeciti.

La tutela dei diritti e la qualità dei servizi si riferiscono all’azione regolatrice, propulsiva e sanzionatoria nonchè all’azione di garanzia nei confronti dei diritti del passeggero e degli standard di qualità che devono essere rispettati da tutti i soggetti pubblici e privati che operano nel settore.

Cosa ha fatto, in questo caso, l’Enac per tutelare i diritti dei passeggeri di Wind Jet?

Nulla, secondo il Codacons!

Infatti, l’Enac non ha reso noti nemmeno i rischi ai quali sarebbero andati incontro i passeggeri i quali, ignari di quello che sarebbe accaduto, hanno continuato a comprare biglietti e carnet, praticamente inutilizzabili.

Per questo, proprio contro l’Enac e il Ministero dei Trasporti il Codacons ha depositato nel mese di gennaio un ricorso collettivo al Tar Lazio non solo per la mancata vigilanza ma anche per la scelta delle modalità di riprotezione.

Come certamente ricorderanno tutti i passeggeri coinvolti la riprotezione è avvenuta esclusivamente a loro spese, nonostante fossero in possesso di un valido biglietto.

Insomma, al danno si è aggiunta anche la beffa istituzionale!

Con il consenso dell’Enac è stato permesso ad altre compagnie aeree di riproteggere i passeggeri Wind Jet ma imponendo loro l’acquisto di nuovi biglietti.

In attesa di sapere quando i passeggeri potranno ottenere quel 5% previsto nel piano di concordato e in attesa della pronuncia del Tar Lazio, sarebbe opportuno offrire maggiori garanzie di tutela effettiva in favore dei passeggeri estendendo l’intervento del Fondo Nazionale di Garanzia, disciplinato dall’art. 51 del Decreto Legislativo 23 maggio 2011, n. 79 (cd. Codice del Turismo) anche alle compagnie di trasporto che consentirebbe, ad esempio, il rimborso del prezzo versato per l’acquisto del biglietto e il rimpatrio del turista nel caso di viaggi all’estero, evitando così di differire nel tempo rimborsi e risarcimenti.

Giuliana Gianna

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