Voluntary disclosure proroga: cosa cambia per i contribuenti? Come accedervi?

Redazione 19/09/16
Ancora un altro anno per la voluntary disclosure?

Il meccanismo attraverso cui i contribuenti italiani possono denunciare spontaneamente le proprie irregolarità al Fisco potrebbe, infatti, essere riaperta per un ulteriore anno.

A seguito del successo della prima collaborazione volontaria, che avrebbe dovuto essere l’ultima possibilità per gli evasori fiscali di mettersi in regola con lo Stato, è infatti allo studio del Governo l’ipotesi di prolungare la misura per 12 mesi.

Voluntary disclosure: i risultati del 2015

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La voluntary disclosure è uno strumento per la lotta all’evasione fiscale, introdotto dalla Legge n. 186/2014, che consente ai contribuenti che detengono illecitamente patrimoni all’estero di “regolarizzare la propria posizione denunciando spontaneamente all’Amministrazione finanziaria la violazione degli obblighi di monitoraggio”.

Il contribuente, dando espressa autorizzazione alla banca estera di fornire i propri dati finanziari, può regolare i propri conti con lo Stato italiano autodenunciandosi: in questo modo è costretto a pagare tutta la somma dovuta, ma incorre in sanzioni molto minori e soprattutto non può essere accusato del reato di autoriciclaggio.

Inizialmente era stato stabilito dal Governo stabilito che i contribuenti italiani avrebbero potuto aderire alla procedura di collaborazione solo fino al 30 settembre 2015. Successivamente, il termine era stato prolungato fino al 30 novembre dello stesso anno. L’operazione è stata un successo e permettendo al Fisco di recuperare un gettito pari a circa 4 miliardi di euro.

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Voluntary disclosure: cosa cambia con la nuova proroga?

Il Governo italiano, quindi, forte di questo successo economico e politico sta ora discutendo la possibilità di riproporre la misura: sembra infatti sempre più probabile il varo di una voluntary-bis del tutto simile alla precedente e della durata di 12 mesi.

La nuova voluntary non dovrebbe comportare un aumento delle sanzioni e, al contrario, potrebbe portare a un miglioramento di difetti e storture dell’operazione del 2015.

A conferma di questa ipotesi, l’intensificarsi degli incontri del Ministro dell’Economia Padoan con i rappresentati dei Paesi a fiscalità privilegiata che cercano di uscire dalla “black list”.

Dal 2018 addio voluntary?

A partire dal 2018, d’altronde, sarà operativo lo scambio automatico di informazioni fiscali tra diversi Paesi, e non sarà più possibile il varo di una nuova voluntary. Se si vuole capitalizzare sul successo dell’operazione, quindi è necessario farlo adesso.

Voluntary disclosure interna ampliata: come?

In queste settimane si discute anche un possibile ampliamento della voluntary disclosure “interna” o “domestica”. Mentre la voluntary “estera” si riferisce al rientro dei capitali depositati illegalmente in banche al di fuori del territorio Nazionale, la voluntary domestica consente di sanare le violazioni degli obblighi di dichiarazione commesse in Italia. Pertanto, hanno possibilità di accedere alla misura tutti i contribuenti, comprese le società di capitali.

Redazione

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