Tfa, Profumo di truffa

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Quando il governo annunciò, tramite il ministro Profumo, l’ufficialità del Tfa, tirocinio formativo attivo, gli studenti tirarono un enorme sospiro di sollievo e pensarono all’unisono che, come nel film di Jack Nickolson, qualcosa era cambiato. Pensarono che finalmente lo Stato metteva a disposizione la possibilità per diventare quello per cui ci si era sempre impegnati, quello per cui si aveva sempre studiato ma, soprattutto, pagato. L’illusione di una scala per il paradiso è durata fino a quando i gradini di quella stessa scala sono crollati sotto il peso della popolazione studentesca che, con essi, è precipitata nella rabbia e nello sconforto di chi, illuso di poter diventare insegnante, si è solo reso conto nel sostenere il test di quanto male vadano le cose in Italia; il più classico dei classici “oltre il danno anche la beffa“.

Le polemiche in  questi giorni hanno infuriato, e infuriato risulta quasi eufemistico, perché la critica è unanime e comune, il test non doveva essere un quiz televisivo a premi e invece proprio tale è stato, l’unica cosa che ha stupito è che non ci fosse Jerry Scotti a leggere le domande perché per il resto il grado di difficoltà, di più, di astrusità era degno del miglior “chi vuol essere milionario“. Affinché questo non rischi di sembrare il solito articolo polemico, di protesta piagnucolosa, di seguito riporto, in esclusiva, 15 delle 60 domande contenute all’interno dei test concernenti le classi A043 e A050, semplificando materie umanistiche per istituti di primo e secondo grado, ancor più banalmente, storia, geografia e italiano.

– Fu sconfitto nella battaglia della foresta di Teutoburgo (9 d.c)

– In quale anno fu pubblicata per la prima volta la Gerusalemme Liberata

– Non confina con la Repubblica dello Zambia

– Quando fu pubblicato il vocabolario dell’Accademia della Crusca

– Quando fu pubblicato in prima edizione il romanz0 d’annunziano “Forse che si forse che no”

– La città di Porto Fuad si trova in quale nazione

– In quale anno uscì per la prima volta, presso Vallecchi (Firenze) la raccolta di poesie “Sentimento del tempo” di Ungaretti

– Chi ha scritto insieme a Guido Guglielmi il manuale di poesia sperimentale

– Lo Zimbabwe è un’ ex colonia di che nazione

– Nel quadro delle guerre napoleoniche la battaglia di Ulm fu combattuta nel

– Di quale stato è capitale Kampala

– Dove si trova il lago Eyre

– E qui dove un’antica vita/si screzia in una dolce/ ansietà d’Oriente/ le tue parole iridavano come le scaglie/della triglia moribonda/ chi è l’autore?

– Qual è il lago più grande d’Europa

– In che anno ci fu il Trattato di Octroyeés

Alle domande qui sopra dovete immaginare un ventaglio di quattro risposte possibili, laddove l’aggettivo possibili potrebbe essere sostituito con plausibili perché in più di una circostanza c’era ambiguità nella risposta da scegliere. Credo sia evidente agli occhi di tutti che non è tramite questo genere di conoscenze che si possa giudicare l’abilità, l’attitudine di una persona a poter essere insegnante; con un quiz del genere si sdogana, per contrario, quello che da sempre i bravi insegnanti hanno tramandato, no ad una cultura nozionistica, fatta di freddi dati, si ad una cultura fatta di ragionamenti e comprensioni.

La sensazione che questo esame altro non sia che una manovra statale per recuperare fondi comincia a concretizzarsi sempre di più, basti pensare che ogni studente paga una tassa di 100 euro per la domanda di iscrizione, se si moltiplica questo numero per il volume di candidati si ha già un introito milionario che va nelle casse di Stato e Atenei. La vera spending review si è dunque concretizzata realmente nel quiz quasi impossibile da risolvere, atto a bocciare candidati e sogni e a promuovere gli interessi statali. Gli studenti che non hanno superato il test, e la percentuale a bocce ferme sarà macroscopica, dovranno sostenerlo ancora, contribuendo nuovamente al recupero crediti,  non quelli universitari, ma delle casse dell’Erario.

Alessandro Camillini

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