Tra le novità previste dalla riforma ministeriale dei test d’ingresso universitari, spicca la predisposizione, per ogni area, di graduatorie uniche a livello nazionale assegnando, viceversa, la correlata sede in base alle opzioni in ordine discendente di preferenza, segnalate dallo stesso studente nell’atto d’iscrizione al test. In tal modo dovrebbero risolversi le problematiche innescanti, negli anni scorsi, i ricorsi dal momento che in determinate sedi venivano ammessi studenti con punteggi inferiori rispetto a quelli di colleghi invece esclusi in altri luoghi. Da quest’anno, la riforma ha revisionato anche l’impianto strutturale della prova: si prospettano 60 quesiti, dotato ognuno di cinque opzioni di risposta, all’interno di un modulo prestampato, a cui sarà possibile dare responso in un tempo comprensivo di 100 minuti con metà delle domande riservate alle materie di indirizzo e l’altra metà di cultura generale e riflessione logica. I quesiti che verificano la predisposizione al ragionamento assumono, tuttavia, una dimensione predominante rispetto a quelle nozionistiche: 25 di logica contro 5 di cultura.
Verranno assegnati 1,5 punti per ogni risposta corretta o mancata risposta, e invece -0,4 punti per ogni soluzione errata. La valutazione consentirà al massimo il conseguimento di 90 punti, mentre altri 10 saranno assegnati in correlazione al voto conseguito all’esame di maturità. Il Dm 449, in merito al criterio di assegnazione di quest’ultimo bonus, ha previsto innovazioni di rilevante portata: lo slittamento dei test a settembre consentirà, infatti, di considerare l’effettivo voto conseguito quest’anno in riferimento alla distribuzione dei voti di tutti gli studenti delle classi che hanno sostenuto l’esame davanti alla medesima commissione. Solamente chi sarà dotato di un voto di maturità di almeno 80/100esimi potrà ottenere punti, ma anche questo limite, da solo, non basta perché il voto dovrà altresì posizionarsi dall’ottantesimo percentile in su. In tal senso acquisirà punti soltanto chi potrà vantare un voto superiore rispetto all’80% dei rispettivi compagni esaminati, quest’anno, dalla medesima commissione.
Per i corsi di laurea delle professioni sanitarie e per la laurea magistrale in Scienze della formazione primaria la preparazione dei test e le rispettive graduatorie continuano a essere amministrate in maniera autonoma dai singoli atenei; identica cosa vale anche per la gestione dei parametri di valutazione dell’iter scolastico. In relazione, invece, ad altre aree disciplinari l’attivazione del numero chiuso potrà avvenire in base alla programmazione effettuata a livello locale, il cui esito però non arriva a pregiudicare la possibilità d’iscrizione. Si necessita, pertanto, che l’aspirante matricola richieda informazioni presso la facoltà di riferimento direttamente sul sito web della stessa.
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