Ha scatenato un putiferio sui mercati la tassa al 40% sugli extraprofitti delle banche, approvata nel Consiglio dei ministri dello scorso 8 Agosto, all’interno del Decreto omnibus investimenti e attività economiche.
Appresa la notizia, Piazza Affari ha subito aperto in rosso e, nelle prime ore di seduta ha bruciato 10 miliardi, con i titoli delle banche crollati ai minimi.
“Non è una misura contro le banche – ha rassicurato Antonio Tajani – ma un provvedimento a protezione delle famiglie e di tutti quei soggetti che si sono trovati in difficoltà per il pagamento dei mutui”. Fatto sta che la mossa non è piaciuta all’economia.
Dal 9 agosto comunque sempre i mercati stanno recuperando terreno, soprattutto grazie alla nota MEF con cui si è messo un tetto ai prelievi: una soglia massima dello 0,1% dell’attivo, che dovrebbe limitare comunque l’impatto per gli istituti.
La mossa del governo Meloni è stata applaudita da più parti, come decisione di equità e giustizia. A partire dal consenso espresso da Giuseppe Conte. “Da marzo il Movimento 5 stelle chiede un intervento sugli extraprofitti accumulati dalle banche per prendere da lì le risorse per sostenere i cittadini alle prese con rincari e caromutui. Il governo sembra accogliere la nostra proposta di una tassa sugli extraprofitti bancari, meglio tardi che mai”, commenta l’ex premier e leader del M5s.
E anche i sindacati, con il parere di Cisl, danno semaforo verde: “E’ giusto aver deciso di tassare gli extraprofitti delle banche, intervento sollecitato da tempo dalla Cisl, che va allargato alle altre multinazionali (energia, digitale, logistica) per recuperare risorse da impegnare ad alzare salari, retribuzioni, pensioni e a ridurre il peso delle tasse ai lavoratori, pensionati e sostenere le famiglie sui mutui per le prime case”, ha sottolineato una nota Cisl.
Anticipando che la tassa al 40% sugli extraprofitti incassati degli istituti bancari servirà a finanziare misure di sostegno ai cittadini, ecco come funziona il prelievo extra e cosa finanzierà.
Indice
Tassa al 40% sugli extraprofitti banche: cos’è e come funziona
La misura inserita nel decreto attività economiche e investimenti introduce per il 2023, una imposta straordinaria a carico degli intermediari finanziari, escluse le società di gestione dei fondi comuni d’investimento e le società di intermediazione mobiliare, di cui al Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria.
Si tratta di un prelievo del 40% sugli introiti extra di banche e istituti di credito. In particolare, L’imposta straordinaria è determinata applicando un’aliquota pari al 40 per cento sul maggior valore tra:
- l’ammontare del margine d’interesse di cui alla voce 30 del conto economico, redatto secondo gli schemi approvati dalla Banca d’Italia, relativo all’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2023, che eccede per almeno il 5 per cento il medesimo margine nell’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2022;
- l’ammontare del margine di interesse di cui alla voce 30 del conto economico, redatto secondo gli schemi approvati dalla Banca d’Italia, relativo all’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2024, che eccede per almeno il 10 per cento il medesimo margine nell’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2022.
L’imposta straordinaria sarà versata nel corso del 2024 e non sarà deducibile ai fini delle imposte sui redditi e dell’imposta regionale sulle attività produttive.
L’ammontare della tassa al 40% sugli extraprofitti, come spiega un comunicato MEF, ai fini della salvaguardia della stabilità degli istituti bancari, prevede anche un tetto massimo per il contributo che non può superare lo 0,1 % del totale dell’attivo.
Sempre il MEF fa notare che gli istituti bancari che hanno già adeguato i tassi sulla raccolta, così come raccomandato lo scorso 15 febbraio con specifica nota da Bankitalia, non avranno impatti significativi come conseguenza della tassa al 40% sugli extraprofitti, approvata in Cdm.
Tassa al 40% sugli extraprofitti banche: a cosa serve
Il prelievo extra, conosciuto come tassa al 40% sugli extraprofitti delle banche, è pensato come misura di equità, per finanziare misure di sostegno ai cittadini in termini di mutui e tasse.
Sono due le misure di sostegno a cui punta il governo, le cui coperture economiche verranno proprio da questa tassa sulle banche:
- Misure di sostegno per i mutui delle famiglie in difficoltà e rifinanziamento del fondo mutui sulla prima casa
- Riduzione delle tasse per famiglie e imprese. Ad esempio un nuovo taglio al cuneo fiscale.
Il governo Meloni vuole recuperare risorse finanziarie in vista della prossima legge di Bilancio. “L’innalzamento dei tassi della Bce – ha spiegato Matteo Salvini – ha portato a un innalzamento del costo del denaro per famiglie e imprese. Non c’è stato un altrettanto solerte, veloce e importante aumento per i consumatori e i correntisti. Quindi in questo gap si verrà a contare un 40% di prelievo dagli extraprofitti multimiliardari delle banche. Non stiamo parlando di qualche manciata di milioni ma si possono ipotizzare alcuni miliardi. È un provvedimento di equità”.
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(Foto di copertina: istock/idil toffolo)