Svuota carceri 2014, con il nuovo decreto meno detenuti e pene alternative

Redazione 17/12/13
Nuovo Consiglio dei ministri e nuovo decreto sulle carceri. Ormai, sembra quasi diventato un ritornello: quando il governo si riunisce c’è un provvedimento sui penitenziari da esaminare o approvare. Il fine, ovviamente, è sempre lo stesso: cercare di alleggerire le presenze dei detenuti all’interno delle patrie galere.

Tutto era cominciato, appena due mesi fa, con il monito di Giorgio Napolitano, che aveva invitato il parlamento ad approvare misure urgenti e anche straordinarie per risolvere la situazione dell’affollamento carcerario, che vede una sproporzione tra posti effettivamente disponibili e detenuti rinchiusi e la riduzione conseguente degli spazi di vita. Il capo dello Stato aveva sollecitato un intervento per esaudire le richieste provenienti dal fronte europeo, di un intervento immediato per sanare la situazione nelle carceri divenuta ormai insostenibile.

Così, ora, ecco approdare in Consiglio dei ministri il nuovo decreto, che va ad aggiungersi al provvedimento già varato la scorsa estate, diretto, questa volta, in maniera specifica a tossicodipendenti e stranieri. Parallelamente, il Consiglio dei ministri dovrebbe presentare alle Camere un disegno di legge con novità importanti sullo svolgimento dei processi civili e penali.

Dopo il ddl sulle pene alternative 2012, anch’esso orientato a risolvere il problema del sovraffollamento, questa volta si cerca di favorire l’ingresso di detenuti con problemi di droga in comunità di recupero, aprendo, anche per loro, la strada delle misure alternative alla reclusione. Per gli stranieri, invece, dovrebbe essere introdotta la possibilità di espulsione anche a fine pena per i condannati.

C’è poi, nel decreto in via di presentazione, anche il rinnovo dell’obbligo di braccialetto elettronico per chi si è visto accogliere la richiesta degli arresti domiciliari. Con il nuovo testo, infine, dovrebbe nascere il Garante nazionale dei detenuti, l’authority di sorveglianza per la tutela delle condizioni di vita umane che essere mantenute per i reclusi.

Secondo le prime stime effettuate dal ministero della Giustizia guidato da Anna Maria Cancellieri, il saldo, una volta entrato in vigore il provvedimento, dovrebbe essere positivo per almeno 3-4mila detenuti, che andrebbero a ridurre le presenze nelle case circondariali della penisola.

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