Ministri e presidente del Consiglio sembrano concentrati nella stesura di alcuni nuovi testi di legge che potrebbero modificare profondamente la struttura dell’attuale impianto educativo, specie negli organici del personale insegnante.
Come noto, infatti, il governo ha promesso da tempo di regolarizzare ben 150mila nuovi docenti entro l’inizio del prossimo anno scolastico. Un punto fermo confermato anche in questi giorni dal sottosegretario alla scuola Davide Faraone.
Ora, dunque, il tempo inizia a stringere: se davvero si vuole arrivare all’inserimento in organico più importante della storia della scuola italiana – almeno nelle proporzioni – non c’è più da tergiversare. Forse, anche per questo il premier Renzi ha annunciato che nel prossimo Cdm di venerdì 27 febbraio saranno presentati un decreto con le misure più urgenti e un disegno di legge a più lunga scadenza, che andranno a costituire la riforma della scuola 2015.
Come avverranno le assunzioni
Ovviamente, la priorità è stabilizzare l’esercito di precari che ancora deborda dalle graduatorie a esaurimento. Probabile che dal computo delle assunzioni per l’anno scolastico 2015/2016 vengano eliminati circa 25mila insegnanti che, però, fino a oggi non abbiano mai svolto un’ora di lezione o di supplenza. In aggiunta, però, dovrebbero aggiungersi circa 2mila supplenti che occupino da almeno 36 mesi un posto vacante: questi, anzi, dovrebbero essere i primi in ordine a entrare in ruolo, secondo quanto scritto nella sentenza della Corte europea dello scorso 20 novembre, della corte europea dello scorso 20 novembre.
In seguito, a farsi largo per ottenere il posto in cattedra, saranno gli idonei del concorso 2012 dell’allora ministro Francesco Profumo, ancora fermi al palo delle mancate assunzioni.
Si tratta dell’intervento definito dal governo “Buona scuola”, la riforma che dovrebbe portare entro un triennio all’inserimento in ruolo per tutti i precari, gli idonei e gli abilitati riconosciuti che abbiano svolto supplenze e siano entrati in graduatoria.
Naturalmente, non si tratterà di una “sanatoria” in piena regola del precariato docenti, ma un processo che, comunque, terrà conto delle reali esigenze degli istituti scolastici e delle risorse a disposizione, che ammontano – dalla legge di stabilità 2015 – a un miliardo per quest’anno e 3 per il prossimo.
In seguito, dovrebbe essere bandito un nuovo concorso a cattedre, che dovrebbe favorire l’introduzione di un ulteriore contingente di circa 40-50mila professori: scopo del governo, infatti, è quello di arrivare all’assorbimento completo delle graduatorie e procedere, così, alla regolare assunzione del corpo docenti direttamente dalle prove selettive.
Ruolo centrale sarà svolto dai dirigenti scolastici, che avranno in mano i veri numeri degli organici, con le relative richieste di immissione e di forze fresche dedite all’insegnamento. Saranno sempre i presidi, poi, a tirare le fila della nuova valutazione in base al merito, che costituirà il nuovo termometro del gradimento sul lavoro degli insegnanti in classe.
Insomma, la riforma scuola di Renzi si preannuncia di ampio respiro. A breve dovrebbero emergere ulteriori dettagli, ma lo scopo è già parecchio ambizioso e, c’è da attendersi, le difficoltà – soprattutto economiche – non mancheranno.
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