Nello specifico, la pronuncia della Corte Ue risponde al ricorso di alcuni lavoratori italiani impiegati per meno di 45 mesi nell’arco di un lustro, se la normativa nazionale sia coerente con quanto stabilito in sede comunitaria sui contratti a tempo determinato.
Senza appello la replica della Corte: “La normativa italiana sui contratti di lavoro a tempo determinato nel settore della scuola è contraria al diritto dell’Unione. Il rinnovo illimitato di tali contratti per soddisfare esigenze permanenti e durevoli delle scuole statali non è giustificato”.
Sindacati già pronti alla riscossa: si preparano le richieste per l’assunzione di 250mila precari, con il riconoscimento degli scatti di anzianità maturati tra 2002 e 2012 e le mensilità estive.
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