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Si tratta, nello specifico, della riorganizzazione dei servizi pubblici locali, con la creazione dei cosiddetti distretti, dell’accorpamento della Forestale nel corpo dei Carabinieri, dell’apertura degli archivi pubblici ai cittadini, per quello che ora si prospetta uno “Stato più semplice”, per utilizzare le parole del ministro Madia.
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Tra tutti i decreti attuativi, chiamati ora al vaglio del Parlamento, il piatto forte riguarda la stretta sui licenziamenti per i furbetti del cartellino, con la previsione di un forte inasprimento delle norme.
Altro punto rilevante, sul quale il C.d.M ha dato il proprio via libera ieri, riguarda poi la riforma delle classi di concorso, tanto attesa dai docenti.
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Sono, inoltre state formalizzate le nomine di Carlo Calenda alla guida della delegazione italiana a Bruxelles e di Maria Angela Zappia, attualmente al ruolo di ambasciatrice presso la Nato, come nuovo consigliere diplomatico di Palazzo Chigi.
Si riportano di seguito le principali novità previste dalla riforma della pubblica amministrazione.
ADDIO A I FURBETTI DEL CARTELLINO?
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Tutti i dipendenti pubblici che timbreranno il cartellino per poi assentarsi dal servizio o tutti quelli che verranno colti in flagranza a falsificare la rispettiva presenza sul lavoro, entro un tempo massimo di 48 ore verranno puniti con la sospensione dall’incarico e dalla retribuzione.
Il decreto fissa un’accelerazione della procedura di espulsione: entro un mese, infatti, viene previsto che dovrà chiudersi il procedimento per il licenziamento mentre ora può arrivare anche fino a 120 giorni. Il dipendente “furbetto” che viene licenziato, inoltre, rischia di dover pagare i danni di immagine. In tal caso, infatti, qualora la Corte dei Conti dovesse decidere per la condanna, il licenziato sarà tenuto a versare non meno di 6 mesi di stipendio.
COSA RISCHIANO I DIRIGENTI PUBBLICI?
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Anche per i dirigenti che non denunciano tali illeciti aumentano le responsabilità in quanto rischiano sanzioni assai pesanti, che possono arrivare fino al licenziamento, a differenza dell’attuale sospensione. A rischiare saranno, poi, anche tutti gli eventuali “complici”, ossia tutti coloro che in qualche modo agevolano con le rispettive condotte il comportamento fraudolento da parte del dipendente.
STRETTA SU DIRIGENTI, MANAGER: COSA CAMBIA?
Viene rinviato ad un decreto ministeriale ad hoc la determinazione dei nuovi massimi nelle retribuzioni spettanti ai dirigenti, escludendo a priori buoneuscite e premi in presenza di risultati negativi sotto il profilo economico.
Nelle società partecipate da enti locali potrebbe persino affacciarsi la possibilità della revoca.
Disposizioni più rigide sono previste anche per le nomine dei dirigenti delle ASL, contraendo il potere delle Regioni.
TAGLIO SULLE PARTECIPATE: COSA CAMBIA?
Le amministrazioni pubbliche, all’interno dell’attività di accertamento delle partecipazioni sono chiamate e cancellare tutte quelle che non risultano strettamente necessarie o che hanno più amministratori che dipendenti. La direttiva generale, infatti, risponde alla necessità dell’amministratore unico, laddove poi sia presente un cda questo non potrà essere composto da più di 5 membri.
Inoltre, viene a cadere la scure anche sulle imprese che hanno un fatturato sotto il milione. La prima ondata di tagli dovrebbe portare alla chiusura di circa 2-3mila “scatole vuote”. In merito ai tagli, tuttavia, non sarà il Governo da solo a poter decidere chi escludere e chi no entro il perimetro applicativo delle nuove norme, dovendolo valutare, tramite una soluzione di compromesso, il Ministero dell’Economia e delle Finanze oppure l’organo di vertice delle stessa partecipata.
ESUBERI: DOVE FINIRANNO?
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Gli esuberi finiranno in una lista unica dalla quale dovranno attingere tutte le aziende che hanno intenzione di effettuare delle assunzioni. Al riguardo, tuttavia, i sindacati manifestano preoccupazioni evidenti tanto che lo stesso Esecutivo ha optato per il rinvio della sforbiciata delle camere di commercio (che dovrebbero essere ridotte a 60 dalle attuali 105), in virtù proprio delle ripercussioni sull’occupazione, valutate in 3mila unità.
Quanto ai dipendenti delle partecipate, qualora il taglio dovesse comportare degli esuberi, viene prevista la stampella della mobilità.
AGGREGAZIONE SERVIZI PUBBLICI LOCALI: COSA CAMBIA CON I DISTRETTI?
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Sarà un altro decreto a regolamentare la fusione delle spa locali che si occupano di servizi pubblici, dall’acqua ai rifiuti. Viene stabilita l’aggregazione, su base territoriale, con la realizzazione dei cosiddetti “distretti”. Saranno le Regioni ad avere il compito di disegnare gli “hub” e qualora non vi dovessero provvedere sarà lo stesso C.d.M ad intervenire.
Previsto un giro di vite sul regime delle esclusive: l’intento governativo è infatti quello di passare da 8mila a 1.000 società pubbliche.
ADDIO CORPO FORESTALE?
Il Corpo forestale dello Stato confluirà nell’Arma dei carabinieri: la transazione farà riferimento alle funzioni e al personale, fatta eccezione alle competenze anti-incendio, che andranno assegnate al Corpo nazionale dei Vigili del fuoco.
All’interno dell’Arma carabinieri, in tal modo, si verrebbe a creare una nuova tipologia organizzativa. Sono all’incirca 7mile le unità della Forestale chiamate al passaggio, con ridotti contingenti destinati ai Vigili del fuoco, alla Polizia e alla Guardia di Finanza. Per chi, poi, ne farà richiesta ci sarà anche la possibilità di passare alla Pubblica Amministrazione in senso lato.
RAZIONALIZZAZIONE FUNZIONI DI TUTTE LE FORZE DI POLIZIA: COSA CAMBIA?
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Il decreto sulla forestale prevede, inoltre, anche la razionalizzazione delle funzioni di tutte le forze di polizia, attribuendo ad ognuna di esse specifici settori di specializzazione. Spunta, poi, una ripartizione delle competenze anche sotto il profilo territoriale: da un lato, la Polizia vigilerà sulle grandi aree, dall’altro, i Carabinieri si occuperanno del restante territorio.
Uno specifico articolo viene infine riservato al numero unico per le emergenze, il 112. Il pacchetto dei decreti attuativi della riforma Madia comprende anche un decreto concernente il riordino delle autorità portuali che diminuiranno da 24 a 15.
CONFERENZA DEI SERVIZI: TEMPISTICHE DIMEZZATE PER LE GRANDI OPERE?
E’ stata approvata anche la revisione della Conferenza dei servizi per cui: le riunioni diventano telematiche, si aziona il silenzio-assenso, viene previsto un massimo di 60 giorni per prendere le decisioni, e viene stabilito un unico rappresentante per ciascun livello di Governo.
Tra le norme sblocca-burocrazia figura anche il nuovo regolamento che taglia i tempi relativi alle procedure amministrative: vale a dire 50% in meno per le opere pubbliche, gli insediamenti produttivi e le attività imprenditoriali più notevoli.
Previsto anche il dimezzamento (tra i 15 e i 90 giorni) di diverse pratiche che attualmente hanno termini stabili tra i 30 e i 180 giorni.
FOIA – FREEDOM OF INFORMATION ACT: PIU’ TRASPARENZA PER LA PA?
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Sui siti web istituzionali, le amministrazioni, sulla base del rispettivo core-business, saranno tenute a pubblicare il tempo medio di attesa delle prestazioni sanitarie o i debiti accumulati. Viene, inoltre prevista una semplificazione degli oneri burocratici, ad esempio snellendo il piano anticorruzione.
Ma il punto focale in tema di trasparenza della P.A. rimane la liberalizzazione de diritto di accesso agli archivi pubblici, il cosiddetto Freedom of Information Act, facendo sì che il singolo cittadino potrà avere diritto a ricevere i dati richiesti senza l’obbligo di motivarli entro 30 giorni, pena la somministrazione delle sanzioni dell’Anac nei confronti della stessa amministrazione.
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