Referendum costituzionale e ponte sullo stretto: le ultime di Renzi

Redazione 28/09/16
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Con perfetto quanto sospetto sincronismo, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi annuncia che il referendum costituzionale si svolgerà il 4 dicembre, in concomitanza con le elezioni presidenziali austriache, allo scopo di drammatizzare ancora di più la sfida del referendum dandole una dimensione europea, dopo il referendum sulla Brexit, che ha sancito l’uscita della Gran Bretagna dalla Unione europea.

Ma c’è di più. Il giorno dopo aver stabilito la data del referendum costituzionale, il presidente del consiglio Matteo Renzi rilancia un progetto che fu di Silvio Berlusconi, ovvero la costruzione del ponte sullo stretto di Messina.

Torna il ponte sulle Stretto?

Forse in questo modo il Presidente del Consiglio Matteo Renzi spera di conquistare i voti per il sì degli elettori di centrodestra; oppure spera di usare il ponte sullo stretto di Messina come arma di distrazione di massa, per evitare che si entri ancora una volta nel merito della riforma. Oppure vuole lanciare un messaggio cifrato a Silvio Berlusconi per stipulare un nuovo patto del Nazareno.

Molto probabilmente il ponte sullo stretto di Messina non si farà mai, è solo una trovata mediatica per parlare d’altro nei bar, mentre i temi importanti di questo autunno sono il referendum costituzionale, la manovra finanziaria, la legalizzazione della cannabis, la riforma del processo penale.

Il ponte sullo stretto di Messina è un’opera inutile, dannosa e costosa, come la Tav.

Inutile, perché non è noto quale sarà il volume di traffico sul ponte, così come è in diminuzione quello tra Torino e Lione. Dannosa, perché, come la Tav, ha un enorme impatto ambientale.

Costosa, perché di certo si partirà con un budget per poi arrivare a ben più elevati volumi di spesa.

Anche la riforma costituzionale ha le stesse caratteristiche del ponte sullo stretto di Messina o della Tav.

È inutile, perché non serve a rilanciare l’economia italiana, è dannosa, perché stravolge la nostra democrazia, è costosa, perché comprime i diritti dei cittadini.

E pensare che solo nel 2010 un Matteo Renzi ancora in opposizione a Silvio Berlusconi, diceva che al ponte sullo stretto di Messina era preferibile la banda larga, che dopo 6 anni deve essere ancora realizzata.

Documento Economia e Finanza

Nel Documento economia e finanza sulla prossima manovra finanziaria si prevede una crescita economica del 0,8%.

Il deficit pubblico sale al 2,4%, incluse le spese straordinarie per il terremoto.

Nel 2017 il rapporto debito pubblico/pil sarà del 132,8%. La prossima manovra finanziaria sarà di 25 miliardi di euro.

Entro il 20 ottobre il governo presenterà il piano per la banda larga, ovvero il progetto industria 4.0.

Area popolare di Angelino Alfano vorrebbe una aliquota Ires al 24%.

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