Le conseguenze della Brexit sulle banche italiane: quali rischi per i risparmiatori?

Redazione 29/06/16
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Dopo il voto britannico pro Brexit e la conseguente uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, tutti i leader del vecchio continenti, compreso Matteo Renzi, si sono spesi per rassicurare i cittadini preoccupati per la sorte dei rispettivi risparmi.

Il Presidente del Consiglio ha dichiarato ieri, prima del vertice dei capi di Stato e di Governo europei a Bruxelles, dedicato proprio all’uscita di Londra dalla UE: “Stiamo discutendo, affronteremo eventuali emergenze ma i cittadini siano consapevoli che non c’è alcun rischio per i loro risparmi”.

Nuovi stanziamenti per l’Italia

Confermando il cosiddetto “Effetto Brexit” sui rapporti degli Stati membri con Bruxelles, è stata poi confermata dal premier italiano l’approvazione della commissione UE ad un aumento dei Fondi di coesione per 1,4 miliardi di euro da stanziare per PMI e per incentivare il mercato del lavoro per i giovani.

A margine del vertice bruxellese, Renzi ha riassunto quanto emerso twittando:  “Ho portato la voce dell’Italia al consiglio UE post Brexit. Vogliamo un’Europa sociale che parli di volontari, cultura, asili nido. Non solo banche e burocrati”.

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Il piano banche per l’Italia

Per quanto concerne il piano per le banche italiane sembra orientato principalmente in 3 direzioni.

1) Bail in e intervento dello Stato: cosa cambia?

La prima è quella che vede effettuare una revisione delle regole vigenti: ad esempio un ritocco al bail-in che mette in seria discussione la fiducia dei risparmiatori sottoscrittori di senior bond o detentori di depositi oltre i 100mila euro negli istituti bancari, che sostanzialmente sono tenuti a pagare in parte il costo del fallimento bancario; o ancora l’allentamento della rigida versione interpretativa dell’intervento dello Stato nel settore delle banche.

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2) Unione bancaria: cosa cambia?

La seconda è quella che vorrebbe velocizzare l’Unione bancaria (ancora a rilento) allo scopo di attivare ciò che ancora non c’è, come ad esempio la garanzia unica sui depositi o il fondo di risoluzione sostenuto anche dalle banche.

3) Padoan-bond: cosa sono?

L’ultima, invece, va verso l’introduzione di nuovi strumenti da utilizzare in situazioni di necessità, titoli sottoscritti dal Tesoro. Per quanto riguarda il piano per le banche italiane si parla di Padoan-bond, versioni innovative di titoli ibridi perpetui emessi dalle banche e sottoscritti dal Tesoro, a seguito dei Monti-bond e dei Tremonti-bond.

Redazione

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