Pensioni: perché non è passato il referendum anti Fornero

Redazione 05/02/15
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Perché non è passato il referendum sulla legge Fornero? Il quesito ha tenuto banco per diversi giorni, una volta che è stato ufficializzato il no della Corte costituzionale. Ora, sono state depositate le motivazioni e, sebbene non sia disponibile il testo integrale, è possibile risalire ad alcuni aspetti che hanno convinto la Consulta a bocciare il quesito proposto dalla Lega Nord.

Quella stessa Consulta di cui, fino alla scorsa settimana, faceva parte il nuovo Capo dello Stato Sergio Mattarella, nelle vesti di giudice, che ha proprio nel no al referendum abrogativo della riforma delle pensioni uno dei suoi ultimi atti come componente del consesso.

Le motivazioni della Consulta

Secondo quanto trapelato a seguito del deposito delle motivazioni con cui la Corte ha scartato la proposta di referendum avanzata da Matteo Salvini e i suoi, una consultazione referendaria nei termini del quesito leghista è inammissibile perché manifesta uno “stretto collegamento” tra la norma coinvolta e le leggi di bilancio che, come noto, sono immuni dal potere di abrogazione per via referendaria.

C’è, poi, anche un vizio di forma riscontrato dai giudici costituzionali nel testo su cui oltre mezzo milione di cittadini avevano apposto la propria firma, ossia una “palese carenza di omogeneità del quesito”.

Questo aspetto è stato spiegato dai giudici nel merito, osservando che la proposta di abrogazione dell’articolo 24 del decreto 201/2011 – altrimenti noto come salva Italia o manovra Monti – presenta una “pluralità di fattispecie differenziate, sia in relazione alle forme di pensione, sia con riguardo alla pluralità delle categorie di soggetti interessati”.

A parere della Corte, invece, quel provvedimento è un atto da considerarsi indivisibile, mentre l’elettore coinvolto avrebbe di fronte un quesito che coinvolge diversi atti e disposizioni di svariata natura.

Un ulteriore richiamo della Corte costituzionale nel pronunciamento contrario al referendum abrogativo della legge Fornero è arrivato in relazione alle “nuove regole dettate dall’Unione europea in materia di coordinamento delle politiche economiche degli stati membri” e proprio il provvedimento che contiene la legge Fornero si era reso necessario, ricorda la Corte, “per mantenere gli impegni assunti in sede europea”.

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