Riparte il cantiere pensioni 2024 dopo la pausa estiva. Parti sociali e Osservatorio sulla spesa previdenziale tornano a incontrarsi. Le risorse sul tavolo sono davvero poche, al massimo 1,5 miliardi di euro, e lo spazio di manovra non consente riforme epocali. Ci sono però novità in tema di uscita anticipata per le donne.
Si parla quindi di puntare sulla proroga di ciò che già c’è: Quota 103 e Ape sociale, allargando comunque la lista dei lavori gravosi che ne consentono l’accesso. E si parla inoltre di allargare un po’ le maglie per Opzione donna, che tante polemiche ha scatenato per il suo rinnovo strozzato nel 2023. Dulcis in fundo potrebbe arrivare un’Ape social tutta al femminile, con l’uscita anticipata a 61 anni per alcune categorie di lavoratrici co un accompagnamento alla pensione fino a 1.500 euro lordi.
Ecco le ultime novità
Indice
Pensioni 2024: proroga Quota 103
Con la prossima Legge di bilancio si dà quasi per certo il rinnovo della principale opzione di pensione anticipata flessibile: la Quota 103. Introdotto con la Manovra 2023, questo meccanismo consente di uscire da lavoro in anticipo con almeno 62 anni di età e 41 di contributi. Per chi voglia beneficiarne quest’anno, i requisiti devono essere maturati entro il 31 dicembre 2023.
Se però, come nelle intenzioni del governo, venisse prorogata anche nel 2024, gli stessi requisiti dovrebbero essere maturati entro il 31 dicembre 2024. Il costo totale dovrebbe aggirarsi sui 300 milioni di euro.
Ricordiamo che, a meno di future modifiche, non possono accedere al meccanismo di Quota 103: il personale appartenente alle Forze armate, delle Forze di Polizia e di Polizia penitenziaria; Il personale operativo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e quello della Guardia di Finanza.
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Pensioni 2024: estensione Ape Sociale
Altro nodo da sciogliere sulle pensioni 2024 è quello della proroga della pensione anticipata con Ape Sociale, che già da qualche anno ci fa compagnia. Gli occhi sono puntati su un suo rinnovo, ma con una lista di attività gravose più estesa di quella attuale.
Si caratterizza per essere un prestito corrisposto in quote mensili, che accompagna il cittadino fino alla maturazione del diritto alla pensione di vecchiaia. Ricordiamo che le categorie di lavoratori che possono richiedere di andare in pensione con Ape sociale sono:
- Disoccupati;
- Caregiver;
- Soggetti con capacità lavorativa ridotta (almeno pari al 74%);
- Lavoratori coinvolti in mansioni gravose.
Il volume “Il contenzioso contributivo con l’Inps“, attraverso la proposta di modelli di ricorsi, si presenta come un valido strumento sia in una fase propedeutica sia nel predisporre e implementare una valida strategia difensiva (preventiva, in sede amministrativa o giudiziaria) nei confronti dell’INPS.
Pensioni 2024: nuovo elenco lavori gravosi
Proprio questi ultimi devono essere lavoratori che svolgono lavori gravosi, inseriti nell’allegato numero 3 alla Legge 30 dicembre 2021 numero 234, che abbiano svolto in Italia da almeno sette anni negli ultimi dieci ovvero da almeno sei anni, negli ultimi sette, attività lavorative per le quali è richiesto un impegno tale da rendere particolarmente difficoltoso e rischioso il loro svolgimento in modo continuativo.
L‘elenco dei lavori gravosi è stato nel tempo ampliato sempre di più. Per il 2024 si discute se mettere ancora mano alla lista e accrescerlo ulteriormente, inserendo altre attività legate ai professionisti.
La lista 2023 delle attività usuranti conta questi lavori:
–addetti alla concia di pelli e pellicce; -addetti ai servizi di pulizia; -addetti spostamento merci e/o facchini; -conducenti di camion o mezzi pesanti in genere; -conducenti treni e personale viaggiante in genere; -guidatori di gru o macchinari per la perforazione nelle costruzioni; – infermieri o ostetriche che operano su turni; -maestre/i di asilo nido e scuola dell’infanzia; -operai edili o manutentori di edifici; -operatori ecologici e tutti coloro che si occupano di separare o raccogliere rifiuti; -addetti all’assistenza di persone non autosufficienti; –lavoratori marittimi, –pescatori, –operai agricoli –operai siderurgici. | –lavori in galleria, cava o miniera, mansioni svolte in sotterraneo; –lavori nelle cave, mansioni svolte dagli addetti alle cave di materiale di pietra e ornamentale; –lavori nelle gallerie, mansioni svolte dagli addetti al fronte di avanzamento; –lavori in cassoni ad aria compressa; –lavori svolti dai palombari; –lavori ad alte temperature, mansioni che espongono ad alte temperature, quando non sia possibile adottare misure di prevenzione, quali, a titolo esemplificativo, quelle degli addetti alle fonderie di seconda fusione, non comandata a distanza, dei refrattaristi, degli addetti a operazioni di colata manuale; –lavorazione del vetro cavo, mansioni dei soffiatori nell’industria del vetro cavo eseguito a mano e a soffio; –lavori espletati in spazi ristretti e in particolare delle attività di costruzione, riparazione e manutenzione navale, le mansioni svolte all’interno di spazi ristetti, quali -intercapedini, pozzetti, doppi fondi, di bordo o di grandi blocchi strutture; –lavori di asportazione dell’amianto. |
Pensioni 2024: nuova Opzione donna
Un vero e proprio esercito di lavoratrici, associazioni e parti sociali si è scagliato contro il meccanismo di Opzione donna, così come è rinnovato nel 2023. Le maglie sono state strettissime, e davvero poche donne hanno avuto accesso all’opzione quest’anno. Hanno potuto farlo solo quelle con almeno 60 anni di età anagrafica e 35 anni di contributi maturati. L’età scende a 59 con un figlio e 58 anni in presenza di due o più figli.
La riduzione massima di due anni si applica in favore della categoria di lavoratrici dipendenti o licenziate da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale, anche in assenza di figli. Tale categoria di lavoratrici accede alla pensione Opzione donna con 58 anni di età e 35 anni di contribuzione, maturati entro il 31 dicembre 2022.
Le cose potrebbero però cambiare nel 2024. Opzione donna potrebbe essere ampliata in termini di beneficiarie. Potrebbe infatti esserci una estensione del regime, per includere le lavoratrici escluse nel 2023 in questo modo: si potrebbe eliminare il vincolo dei figli per l’abbassamento dell’età pensionabile e fissare quest’ultima a 58 anni. Questo per queste categorie:
- caregiver
- con invalidità al 74%
- licenziate
- occupate in imprese in crisi
Pensioni 2024: Ape Donna agevolata
Ultima ma non meno importante novità potrebbe arrivare dall’introduzione di una sorta di Ape sociale dedicata alle donne. Sarebbe allo studio un’opzione che consentirebbe di andare uscire da lavoro a 61 anni di età con l’indennità di accompagnamento tipica dell’Ape sociale, beneficiando di un sussidio fino 1.500 euro lordi “non rivalutabili” per 12 mensilità, svincolato dal ricalcolo contributivo dell’assegno. Questo fino al raggiungimento dell’età della pensione di vecchiaia a 67 anni.
In sostanza, il nuovo anticipo riservato ad alcune lavoratrici, consentirebbe di ricevere l’accompagnamento verso la pensione (a 67 anni di età) a partire dai 61 anni, invece dei 63 previsti oggi con Ape sociale.
Anche in questo caso la platea riguarderebbe le donne svantaggiate:
- lavoratrici licenziate,
- lavoratrici con invalidità almeno al 74%,
- lavoratrici caregiver
- lavoratrici impegnate in lavori gravosi.
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Foto copertina: istock/macgyverhh