Nuovo Codice della Strada: una volontà punitiva forse mal ponderata

Massimo Quezel 06/07/23
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Il Consiglio dei Ministri ha approvato le nuove regole del Codice della Strada 2023, proposte dal Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini.

L’obiettivo principale del provvedimento è adottare una politica di tolleranza zero nei confronti di coloro che bevono o assumono sostanze stupefacenti prima di mettersi al volante, nonché per chi utilizza il cellulare mentre guida. Per questi verrebbe prevista la sospensione immediata della patente, così come per chi guida contromano o commette altri comportamenti ad alto rischio di incidenti.

Le proposte, dunque, prevedono il divieto assoluto di bere alcol prima di mettersi alla guida, l’obbligo del dispositivo “alcolock” per i conducenti recidivi, nonché l’aumento delle sanzioni.

Il provvedimento introduce anche maggiori garanzie per la sicurezza dei ciclisti (diventerà obbligatorio, per i veicoli a motore, mantenere una distanza di un metro e mezzo durante i sorpassi) e un giro di vite sulle regole che disciplinano l’uso dei monopattini, con l’obbligo di avere targa e assicurazione anche per tali mezzi, nonché introducendo l’uso obbligatorio del casco. I monopattini elettrici noleggiati, inoltre, dovranno essere dotati di un meccanismo di blocco qualora si trovassero a transitare fuori dalle aree consentite.

Regole più severe anche per i neopatentati, con l’aumento a tre anni del periodo nel quale non potranno guidare automobili di grossa cilindrata.

Il provvedimento sarà ora discusso, eventualmente modificato e votato in Parlamento prima di diventare legge definitiva. Nel frattempo sono molte le perplessità e gli interrogativi riguardo alle novità annunciate.

Emerge chiaramente, infatti, una decisa volontà punitiva nei confronti dei trasgressori.

E’ innegabile che gli incidenti stradali provocati da conducenti distratti dal cellulare siano sempre più frequenti, ma è importante interrogarsi sulla ragionevolezza e l’effettiva efficacia di misure drastiche come quelle proposte.

Anche in passato spesso il Legislatore ha avuto l’impulso di adottare provvedimenti severi come reazione quasi emotiva ed istintiva ad episodi di cronaca che hanno turbato l’opinione pubblica. L’incidente mortale avvenuto a Roma nelle scorse settimane, che sembrerebbe essere stato determinato dalla velocità e dalla condotta imprudente di un ragazzo poco più che ventenne alla guida di un’auto di grossa cilindrata, ha senza dubbio fortemente turbato la sensibilità dell’opinione pubblica, che pretende a gran voce una risposta drastica dalle istituzioni.

È comprensibile che episodi come questo scuotano i cittadini e sollecitino la richiesta di azioni immediate. Tuttavia, è fondamentale garantire che le decisioni prese non siano basate unicamente sull’impeto del momento, ma piuttosto su una valutazione razionale e ponderata delle opzioni disponibili.

Le misure di modifica al Codice della Strada, sotto questo profilo, appaiono estremamente severe, e c’è motivo di chiedersi se siano veramente ragionevoli. L’imposizione di sanzioni così rigide, come la sospensione immediata della patente per l’utilizzo del cellulare alla guida, potrebbe sembrare una soluzione rapida per scoraggiare i trasgressori, ma non affronta le cause profonde di questi comportamenti.

Sarebbe auspicabile una valutazione più approfondita delle cause sottostanti alla distrazione alla guida.

Investire nella sensibilizzazione e nell’educazione dei conducenti, soprattutto dei giovani, potrebbe avere un impatto maggiore nel modificarne i comportamenti. Inoltre, potrebbe essere utile promuovere l’adozione di tecnologie avanzate per la riduzione della distrazione alla guida, come sistemi di assistenza e dispositivi di blocco automatico di determinate funzioni dei cellulari integrati nei veicoli.

Senza ombra di dubbio è importante adottare misure efficaci per contrastare questi fenomeni, ma bisogna riflettere attentamente sulle possibili conseguenze delle decisioni prese.

Una volontà punitiva eccessiva potrebbe non essere la soluzione ideale, mentre un approccio più equilibrato che comprenda l’educazione, la sensibilizzazione e l’implementazione di tecnologie avanzate potrebbe essere più efficace nel promuovere una guida più sicura e responsabile, soprattutto da parte dei più giovani. È fondamentale che le decisioni prese siano basate su una valutazione ragionata, tenendo conto delle diverse sfaccettature del problema e mirando a migliorare effettivamente la sicurezza stradale.

Massimo Quezel