L’indignazione della famiglia reale non si era fatta attendere, i primi commenti erano chiari se non addirittura teatrali, si è arrivati addirittura a parlare di “attentato della privacy”, parole decisamente forti per delle semplici foto. Alle parole hanno seguito i fatti, o meglio, le azioni legali; querela per la violazione della privacy. Altrettanto velocemente è poi giunta la sentenza che, nella giornata di oggi, mediante il processo per direttissima, ha visto i giudici di Nanterre dare ordine alla Mondadori di consegnare, entro le prossime 24 ore, tutte le copie digitali delle foto in topless della duchessa di Cambridge e, contemporaneamente, è stata bloccata qualsiasi diffusione delle stesse.
Qualora i provvedimenti non vengano rispettati, la rivista rischia una multa di 10.000 euro per ogni giorno che non rispetterà l’ingiunzione del tribunale. La sentenza ha definito gli scatti “rubati” come “un momento intimo” e quindi non pubblicabile, tuttavia la sentenza del tribunale francese è valida solo in territorio francese e non è estendibile al resto dei Paesi in cui le immagini possono circolare senza problemi, come accade ad esempio in Italia e Irlanda.
Il fine ultimo della famiglia reale è negare qualsiasi tipo di circolazione quindi probabilmente l’iter legale non è che al suo inizio, l’unico sconfitto della vicenda risulta Closer su cui la procura di Nanterre ha addirittura avviato una indagine penale preliminare che consentirà di stabilire se ci sono i presupposti per procedere con un’inchiesta sulle accuse fatte al periodico francese per la violazione dei diritti di privacy della coppia reale inglese.
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