Ospite ieri degli industriali di Bergamo, il presidente del Consiglio ha fornito qualche anticipazione sulla finanziaria che il governo si appresta a varare domani, mercoledì 15 ottobre, nel prossimo Consiglio dei ministri.
Se nelle scorse settimane si era vociferato di una manovra da 20 miliardi di interventi, ora pare che la legge di stabilità sarà ancora più corposa, addirittura fino a 30 miliardi di misure volte a rilanciare l’economia del Paese e la competitività delle aziende.
I tagli al fisco
Secondo quanto anticipato nelle ultime ore, la mannaia sul peso fiscale dovrebbe rivestire il ruolo predominante nel testo di legge, per un totale di 18,5 miliardi, per quella che Renzi e i suoi acclamano già come la più importante riduzione di tasse mai realizzata in Italia.
In ogni caso, si parte dall’Irap per le imprese che sarà resa integralmente deducibile dalla base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive. Si tratta di un intervento che dovrebbe favorire prima di tutto le imprese di maggiori dimensioni, che potrebbero trarre un beneficio pari al 65% del carico, contro il misero 5-9% destinato alle Pmi.
Dal 2015 sarà cancellata totalmente dall’Irap la componente “lavoro”; e non è tutto. Secondo quanto annunciato dal premier, infatti, per tre anni i contributi dei neo assunti saranno a carico dello Stato. Si tratta di una misura che va a braccetto con il Jobs Act, passato alla Camera dopo la fiducia del Senato, che spinge fortemente per le assunzioni a tempo indeterminato, che saranno proprio le destinatarie di questo intervento.
Tasi. Si valuta un aggiornamento della nuova tassa sulla casa, che sta creando tantissimi grattacapi ai contribuenti e commercialisti per calcolare con esattezza i singoli corrispettivi, al netto di aliquote e detrazioni. Sembra, però, che nel testo in via di presentazione, non sarà inserita alcune voce in merito, ma toccherà al Parlamento legiferare in materia, con appositi emendamenti alla legge di bilancio.
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