Furbetti del Cashback: in arrivo le prime limitazioni

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Il Piano Cashback sta ottenendo un discreto successo, con l’app IO che nel mese di gennaio contava oltre 5,8 milioni di iscritti e con una previsione sempre crescente per i prossimi mesi. La possibilità di ricevere un rimborso del 10% sui propri acquisti, ma soprattutto la partecipazione al Super Cashback di 1.500 euro per i primi 100.000 utenti che registrano il maggior numero di transazioni effettuate con pagamento elettronico in ogni fase del Piano fino al 2022 ha sicuramente allettato diversi consumatori. Alcuni hanno cominciato a ricorrere a diversi espedienti per poter registrare il maggior numero di transazioni, sono noti ultimamente casi di persone che per fare il pieno dal benzinaio riescono a produrre più di 100 transazioni. I cosiddetti “furbetti del cashback“.

Come ricordiamo, il Cashback è una delle misure istituite dal governo nell’ambito del Piano Italia Cashless, l’insieme di misure messe a punto per favorire l’uso dei pagamenti elettronici nel nostro paese, ridurre l’uso del contante e il rischio di evasione fiscale. Se da un lato, quindi, l’aumento delle transazioni elettroniche rappresenta un potenziale passo avanti verso una completa transizione digitale, dall’altro l’eccessivo ricorso a pagamenti elettronici può rappresentare un costo per gli esercenti e far scattare controlli da parte dell’Agenzia dell’Entrate.

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Per ogni esercente, una transazione effettuata con pagamento elettronico comporta il pagamento di una commissione, che è quasi irrisoria quando il margine di guadagno è alto ma che diventa sempre più importante quando il margine di guadagno e l’importo stesso della transazione diminuiscono. Senza contare anche lo spreco in termini ecologici vista la mole di ricevute prodotte. Per questo motivo sempre più esercenti, soprattutto nel campo dei distributori di carburanti che è in questo momento il settore più colpito, hanno cominciato a protestare per queste pratiche che sono permesse ma sicuramente scorrette.

Spetta al Ministero dell’Economia e delle Finanze il compito di pronunciarsi sulla questione, al nuovo ministro Daniele Franco toccherà quindi decidere se effettuare una stretta sui controlli e ampliare la regolamentazione del Piano Cashback che non ha in questo momento delle norme in grado di arginare il comportamento dei furbetti. Anche PagoPa S.p.A. ha le mani legate in mancanza di una regolamentazione più restrittiva. Ci sono diverse ipotesi sulle norme che potrebbero essere implementate nei prossimi giorni per porre una stretta ai furbetti, vediamone qualcuna insieme.

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Furbetti del cashback: limite alle transazioni presso un solo esercente

Una delle limitazioni che potrebbero arrivare dal MEF è rappresentata da una soglia di transazioni che possono essere effettuate in un solo giorno presso un solo esercente. Portare il limite a una singola transazione potrebbe essere troppo restrittivo, soprattutto per quelle attività in cui capita di poter tranquillamente passare più di una volta al giorno, come caffè e supermercati. Potrebbe essere implementato quindi un limite orario.

Furbetti del cashback: introduzione di un importo minimo per le transazioni valide 

In questo momento non c’è un importo minimo per le transizioni valide a concorrere per il cashback. Considerando che i furbetti agiscono con microtransazioni di poche centesimi, una stretta decisa potrebbe arrivare inserendo una norma che renda valide le transazioni di importi superiori a un euro.

Furbetti del cashback: sanzioni ed esclusione dal programma

Non essendo ancora state implementate delle norme non è possibile punire i comportamenti scorretti con delle sanzioni. È ipotizzabile quindi che una delle misure più efficaci sia data dall’introduzione di sanzioni in caso di un comportamento scorretto. Quello che invece si può fare e si sta facendo in questi giorni è di aumentare i controlli e punire i comportamenti fraudolenti con l’esclusione dal programma. Il rischio per i furbetti è che quindi tutte le microtransazioni vengano fatte invano.

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Alessandro Sodano

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