Tra le novità introdotte:
-le avvertenze relative alla salute devono coprire il 65% (e non più il 30- 40% attuale) della superficie esterna, fronte e retro, della confezione di sigarette o di tabacco, vietando di riportare elementi promozionali;
-il divieto di vendita online transfrontaliera dei prodotti del tabacco e delle sigarette elettroniche ai consumatori;
– un sistema europeo di localizzazione e tracciabilità delle confezioni dei prodotti del tabacco, per poter combatterne i traffici illeciti;
-il divieto di utilizzare aromi caratterizzanti e additivi pensati per rendere più ”attrattivo” il prodotto del tabacco, e recanti presunti ”benefici per la salute ed effetti energizzanti”;
-il divieto, in merito alle confezioni unitarie, di vendita dei pacchetti da 10 e le piccole confezioni di tabacco contenenti meno di 30 grammi di tabacco, in quanto risultano le tipologie maggiormente richieste dai più giovani;
-le disposizioni relative alle sigarette elettroniche prevedono requisiti di sicurezza e qualità più rigorosi, ad esempio una chiusura a prova di bambino oltre ad un sistema di protezione dagli spargimenti di liquido di nicotina.
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Tra i nuovi interventi previsti, invece, in materia di tutela dei minori (tra cui: il divieto di vendita ai minori di sigarette elettroniche e contenitori di liquido di ricarica con presenza di nicotina; il divieto di fumo nelle pertinenze esterne degli ospedali e degli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) pediatrici, nonché nelle pertinenze esterne dei singoli reparti pediatrici, ginecologici, di ostetricia e neonatologia, e l’inasprimento delle sanzioni per la vendita ai minori fino alla revoca della licenza) è stato introdotto il divieto di fumo in autoveicoli in presenza di minori e donne in gravidanza.
L’Organizzazione mondiale della Sanità ha stabilito che il fumo è ”la più grande minaccia per la salute nella regione europea”. Nella solo territorio italiano, stando alle ultime cifre, il fumo provoca annualmente 83mila vittime. Tra i fumatori italiani, ben 10 milioni, il 23,4% che riferisce di fumare abitualmente sono studenti dei primi anni delle superiori. Il 63,9% di essi, pur essendo in vigore il divieto di vendita ai minori, ammette di non essere mai andato incontro ad un rifiuto da parte dell’esercente.