Proprio questa settimana infatti, è stata abrogata una legge risalente al 1800 che vietava alle donne di coprirsi le gambe!
Le donne possono “abbandonare gli abiti del proprio sesso solo per motivi di salute. Tutte le donne che, dopo la pubblicazione della presente ordinanza, si travestiranno da uomo senza aver sbrigato le formalità prescritte lasceranno intendere di avere la colpevole intenzione di abusare del loro travestimento”, recitava la tanto rigida quanto paradossale disposizione.
Nel 1892 la legge venne riveduta e corretta e alle donne fu concesso sfoggiare i pantaloni “per tutto il tempo che tenevano le redini di un cavallo“.
Qualche anno dopo, nel 1909, venne concessa alle donne la possibilità di indossare i pantaloni anche in un’altra occasione, ma esclusivamente solo per quello: le passeggiate in bicicletta!
Nel 1969, in piena rivoluzione sessuale, il Comune di Parigi invitò la polizia ad annullare la legge anti pantaloni, ma la richiesta non venne nemmeno presa in considerazione. Mica si poteva modificare una norma per adeguarsi alla “moda del momento”, no?!
La discussa legge tornò alla ribalta nel 2003 quando, il ministro dell’epoca affermò che “Il disuso è più efficace dell’azione di governo nel cambiare una legge“.
Si è dovuto attendere il ministero per i Diritti delle donne, istituito il 16 maggio 2012, e l’intervento del ministro Najat Vallaud-Belkacem affinchè, nonostante la legge chiara “caduta in desuetudine” della normativa, si regolarizzasse una volta per tutte la situazione, abrogando la legge poiché fortemente incompatibile col principio di parità dei due sessi.
E poi, che al giorno d’oggi siano le donne piuttosto che gli uomini a “portare i pantaloni” è, oltre che risaputo, di gran lunga più gradevole!
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