Esodati, altri 8.900 nel 2013-2014. Dove, copertura, dove?

Redazione 19/10/12
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Torna a riaggiornarsi la contabilità degli esodati, come riferito dal Presidente della commissione lavoro della Camera, Silvano Moffa, e confermato dal Ministro del lavoro Elsa Fornero, sulla base dei più recenti dati diffusi dall’Inps. Nel biennio 2013-2014 ci saranno altri 8.900 casi di lavoratori che matureranno il diritto ad essere salvaguardati, rimanendo senza reddito per effetto del passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo stabilito dalla riforma delle pensioni contenuta nella maxi-manovra di fine 2011, il Salva Italia. Persone senza lavoro per aver rinunciato al proprio posto sulla base di accordi aziendali o territoriali, ma senza aver ancora maturato i requisiti per accedere alla pensione stando alle nuove regole del sistema previdenziale, il cui ammontare complessivo è ancora sconosciuto (e non esattamente prevedibile). Un problema tanto diffuso che persino le cifre ufficiali del Ministero del lavoro vengono man mano ritoccate continuamente al rialzo.

Per i circa 9.000 nuovi esodati del 2013-2014 l’Inps stima che sarà necessario reperire risorse aggiuntive per almeno 440,8 milioni di euro. Questo almeno quanto comunicato dai suoi vertici al Ministro Fornero e da quest’ultima riferito in commissione lavoro alla Camera dei Deputati. La cifra è tuttavia soltanto provvisoria e con ogni probabilità sottostimata, in quanto non tiene conto dei numerosi accordi territoriali ed individuali che l’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale non è stato in grado di valutare ancora in piena misura.

La buona notizia per questi lavoratori in procinto di divenire esodati nel corso dei prossimi due anni è che matureranno un diritto soggettivo: ciò significa che i 440,8 milioni necessari alla loro salvaguardia rispetto al giro di vite imposto in terreno pensionistico dalla Riforma Fornero andranno obbligatoriamente trovati. Questo spiega anche perché nei giorni scorsi il Ministro del lavoro abbia in più occasioni parlato di 130.000 soggetti complessivamente salvaguardati.

Il Fondo appositamente dedicato alla copertura delle risorse per gli esodati individuato dalla Legge di Stabilità allo stato attuale dispone di soli 100 milioni di euro. Ma non è questo l’unico inconveniente. Come osservato dal Presidente della commissione lavoro Moffa, “il problema del Fondo non è solo la sua quantificazione, bensì anche la sua qualificazione; infatti esso può essere via via rimpinguato, mentre serve una norma specifica che dica a quali famiglie di esodati destinare tali risorse”. Accanto alle persone già individuate dal Salva Italia ve ne sono altre meritevoli di tutela, continua Moffa, “a partire da quanti hanno siglato patti territoriali o individuali”. Si tratta di soggetti che hanno aderito ad accordi di mobilità, licenziati individuali o collettivi ed insegnanti esclusi dalla copertura per via della differente durata lavorativa dell’anno scolastico.

Per Cesare Damiano, capogruppo del Pd in commissione lavoro, l’obiettivo è far sì che nella platea degli esodati “nessuno rimanga senza reddito”. A tal fine ha annunciato l’arrivo di una serie di “emendamenti unitari” al disegno di legge formulato all’unanimità dalla commissione stessa ma bocciato nei giorni scorsi dalla Ragioneria Generale dello Stato per mancanza di coperture. Una soluzione, continua Damiano, potrebbe venire dal pieno impiego di quei 9 miliardi di euro “già stanziati per i primi 120.000 esodati” e rimasti parzialmente inutilizzati. Ma è assai improbabile che la “partita esodati” venga chiusa in sede di Legge di Stabilità per il 2013.

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