Elezioni 2018, le liste: chi è dentro e chi fuori in Pd, M5S e centrodestra

Scontri e diatribe fino a notte fonda per comporre le liste dei candidati

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In vista delle elezioni 2018 sono state composte le liste, gli “eserciti” sono schierati uno di fronte all’altro, per la battaglia elettorale più incerta – e secondo molti italiani, più inutile – degli ultimi decenni.

Mentre i partiti si arroccavano nelle proprie stanze a definire le candidature, continuavano ad addensarsi le ombre sulla partecipazione alle prossime elezioni: un sondaggio di Community Media per la Stampa ha infatti rivelato come secondo gli Italiani votare sia un’attività sempre meno importante per il proprio futuro.

Nonostante questo, la consegna delle liste definitive per le imminenti politiche del 4 marzo ha messo alla prova la tenuta di partiti e coalizioni. Scontri e diatribe sono proseguite in molti casi fino a notte fonda, ma alla fine la quadra, almeno temporanea, pare sia stata trovata in tutte le formazioni.

Chi sono i candidati alle Elezioni politiche 2018

Emblematico il caso del Partito democratico, dove fino alle 4 del mattino Renzi e il suo entourage hanno cercato di rimodellare gli elenchi dei candidati nei collegi uninominali e nei listini, per equilibrare i nomi in lizza e risalire la china di sondaggi sempre più sfavorevoli. Alla fine, si è concluso con alcune esclusioni eccellenti – tra tutte, il dalemiano fedele ai dem Gianni Cuperlo, e l’ex vicedirettore del Corriere della Sera Massimo Mucchetti – e qualche decisione scomoda, come la candidatura di Maria Elena Boschi a Bolzano e in tre collegi siciliani, a debita distanza dal territorio di provenienza, dove il ciclone banche si è fatto sentire e non poco. A chiudere la carrellata di autorevoli nomi in forze al centrosinistra, la presentazione di Emma Bonino a Roma e di Bruno Tabacci a Milano.

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Anche il M5S ha cercato di portare qualche big tra le sue candidature, ma tra ortodossia grillina e requisiti ferrei non deve esserci stata ressa tra le presentazioni. Oltre ai giornalisti Gianluigi Paragone ed Emilio Carelli, si segnalano l’olimpionico di nuoto Domenico Fioravanti, l’imprenditore antimafia Pino Masciari e l’economista Lorenzo Fioramonti.

Si tratta, comunque, di una prima vera svolta rispetto al vecchio mantra di “uno vale uno”, in cui anche vip e intellettuali hanno un peso specifico certamente di rilievo rispetto ai vari esponenti della società civile. Secondo i resoconti, però, anche la stesura delle liste del MoVimento non sarebbe stata indolore con molte eliminazioni last minute e una scelta di fedelissimi al leader Luigi Di Maio. Una linea, insomma, per blindarne la posizione anche dopo un’eventuale sconfitta al voto.

E veniamo al centrodestra: i social potranno stare tranquilli, per Antonio Razzi si profilano altri cinque anni in Parlamento. Il beniamino degli utenti di Facebook e Twitter, infatti, è stato ricandidato nella circoscrizione estero e dovrebbe riuscire a strappare un seggio. Tra le fila berlusconiane, troviamo poi Stefania Craxi, Gabriella Carlucci, Adriano Galliani e Claudio Lotito.

Nutrita la pattuglia di giornalisti: spiccano il direttore di “Panorama” Giorgio Mulè e l’ex direttore del Qn Andrea Cangini. Out invece Alessandro Sallusti, così come l’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti, il fu Guardasigilli Nitto Palma e il già “responsabile” Scilipoti.

Berlusconi pare abbia delegato la scelta dei nomi ad Antonio Tajani e Niccolò Ghedini: affaticato dai tanti impegni, ieri il Cav ha declinato l’invito per un’intervista con Lucia Annunziata a “In mezz’ora” che, visti i precedenti, si annunciava esplosiva. Ma c’è ancora un mese da qui alle urne: i fuochi d’artificio, di certo, non mancheranno, ma per i fatti, purtroppo, toccherà aspettare.

[Fonte img: Today]

Francesco Maltoni

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