La chiamano voluntary disclosure, ma è una nuova amnistia per gli evasori

A volte è sufficiente un nome inglese perché una legge venga relegata come argomento tecnico dai media, già ampiamente distratti dai giochi politici o dalle gaffe del governo – vedi il toto Quirinale, in un caso, o il decreto salva Berlusconi nell’altro. E così, a molti è sfuggito che dallo scorso 2 gennaio sia entrata in vigore la legge sulla voluntary disclosure, che favorisce il rientro dei capitali all’estero a condizioni parecchio favorevoli. Tanto che, in occasione dell’accordo fiscale tra Italia e Svizzera, il consigliere economico del ministro Padoan, Vieri Ceriani, si è affrettato a ricordare che la legge “è completamente diversa dal vecchio scudo fiscale e non è un condono”. Excusatio non petita, accusatio manifesta? Vediamo.

Intanto, sarebbe interessante conoscere l’opinione in merito di Giulio Tremonti, ministro dell’Economia sotto il governo Berlusconi, il quale venne accusato apertamente di favorire criminali e evasori con il famigerato scudo del 2009. Oggi, invece, è calma piatta sulla voluntary disclosure: le parti sociali sembrano distratte, la politica pensa ad altro. Ma, a ben vedere, i provvedimenti di Tremonti e Padoan presentano diverse e ben poco rassicuranti somiglianze.

Cominciamo con i beneficiari: la voluntary disclosure altro non è che la possibilità riservata a persone fisiche, enti non commerciali e ovviamente le società, di riportare in superficie capitali detenuti all’estero. A questi soggetti, la legge 186 dello scorso 15 dicembre consente di rendere noto l’ammontare dei valori non comunicati al fisco, evitando completamente il rischio di ricadute penali e con sanzioni amministrative molto ridotte.

Fino al 30 settembre, i detentori di capitali non dichiarati oltre confine potranno usufruire di questa agevolazione, che la legge chiama “collaborazione volontaria”, ma in realtà è incentivata dall’esenzione tout court per reati come la dichiarazione fraudolenta anche tramite fatture, la dichiarazione infedele, l’omessa dichiarazione, fino al mancato versamento di ritenute e Iva. Delitti che prevedono condanne di varia entità, fino a un massimo di sei anni, tutti abbuonati agli evasori “pentiti”. E non è tutto: chi riporterà alla luce capitali sommersi detenuti all’estero, potrà salvarsi anche dai reati connessi al riciclaggio (12 anni pena massima), in linea alla legge di sei anni fa, tacciata di realizzare una vera e propria amnistia mascherata.

Addirittura, il governo attuale ha cercato di superare i predecessori: come ha spiegato Valentino Tamburro sul Sole 24 Ore, la nuova procedura di rientro sarà ancora più vantaggiosa della legge 2009 per chi abbia celato al fisco uno o più immobili ricevuti in donazione o eredità.

Insomma, la vituperata legge del governo Berlusconi sembra proprio parente stretta – benché non riconosciuta – della voluntary disclosure. Lo scudo fiscale di Tremonti venne bollato dalle opposizioni come “riciclaggio di Stato” e conteneva una ricetta identica sul piano giudiziario, con la differenza di una quota fissa del 5% di imposte da versare all’erario. Ora, invece, toccherà all’Agenzia delle Entrate stabilire il dovuto caso per caso, fermo restando che le sanzioni tributarie verranno praticamente annullate. La nuova normativa prevede, comunque, che per le violazioni sui conti sotto i 2 milioni di euro annui, si calcoli il 5% del rendimento su ogni periodo, tassato con aliquota del 27%.

Un trattamento di favore, e qui rientra il significato dell’accordo stretto tra Italia e Svizzera, riservato ai capitali in Paesi fuori della famosa black list, l’elenco dei paradisi fiscali più restii a cedere informazioni sui risparmiatori stranieri. Ora, con la stipula della convenzione italo-elvetica, anche i conti nelle banche svizzere saranno soggetti alle agevolazioni della voluntary disclosure e, quindi, anche al nuovo condono penale, che tanto ricorda certe politiche dei governi passati. Con l’ingresso della Svizzera in white list, il governo spera di convincere gli evasori “d’Oltralpe” al rientro dei capitali, pagando sì le imposte, ma con l’assoluta garanzia di impunità.

 

VOLUNTARY DISCLOSURE E AUTORICICLAGGIO

Tra la fine del 2014 e l’inizio 2015 sono tre i passaggi fondamentali avvenuti relativamente al rientro dei capitali non dichiarati in Italia: 1. Voluntary Disclosure 2. Trattato Italia Svizzera sulla trasparenza fiscale 3. Sganciamento del franco svizzero dall’euro.La Legge sulla Voluntary Disclosure comporta il pagamento di sanzioni più salate per i capitali che rientrano dai paradisi fiscali, mentre concede un maggiore sconto ai cosiddetti paesi “white list”: con il supporto di brevi esempi pratici, questo nuovissimo ebook esplica in modo operativo il funzionamento della disciplina, guida il contribuente nella sanatoria dell’evasione, definisce quanto e come si paga.Pratico e d’immediata interpretazione, l’ebook analizza i reati di riciclaggio e di autoriciclaggio e riporta in appendice la normativa di riferimento.

Barbara Weisz | 2015 Maggioli Editore

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Francesco Maltoni

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