Che fine ha fatto la fatturazione elettronica?

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Sono giorni frenetici per il Governo. Il testo del D.L. 138/2011 (c.d. “Manovra-bis”) è destinato ad essere sicuramente modificato, ma non c’è ancora chiarezza su quali saranno le misure da adottare.

In poco più di quindici giorni sono state preparate (e immediatamente abbandonate) diverse proposte per provare a mantenere inalterati i saldi, in modo da rassicurare UE e mercati.

Su queste pagine abbiamo già osservato come il Governo abbia completamente trascurato le tante opportunità di risparmio che deriverebbero dalla compiuta digitalizzazione dell’attività amministrativa; in merito, il caso più eclatante di tutti è sicuramente quello della c.d. “fatturazione elettronica“. Con questa locuzione si intende l’utilizzo delle tecnologie info-telematiche nelle attività di fatturazione senza la necessità di dover ricorrere alla stampa su carta.

La possibilità di emettere e conservare fatture solo in formato digitale è stata introdotta nell’ordinamento italiano dal D. Lgs n. 52/2004 che ha recepito la Direttiva Comunitaria n. 200/115/CE. La digitalizzazione del processo di fatturazione consentirebbe di conseguire notevoli benefici: riduzione di costi e aumento di competitività per le imprese, semplificazione e maggiore trasparenza nei procedimenti amministrativi. Secondo i dati presentati dall’ ABI nel 2010, la piena diffusione della fattura elettronica dovrebbe comportare minori costi per il Paese stimati tra 10 e 60 miliardi di euro l’anno, pari a una quota di PIL tra l’1% e il 4%; solo la Pubblica Amministrazione risparmierebbe circa 3 miliardi di euro l’anno.

Per questo motivo il Legislatore, con la Legge n. 244/2007 (Finanziaria 2008) ha già deciso di rendere obbligatoria la fatturazione elettronica nei rapporti con la Pubblica Amministrazione.

Tuttavia, come spesso accade nel nostro Paese, questa importante riforma è bloccata da oltre tre anni perché non sono ancora state emanate le regole tecniche che devono essere adottate con decreto del Ministro dell’Economia.

Da oltre un anno, i soliti bene informati dicono che il decreto – ormai definito nei contenuti – sia “alla firma del Ministro”; eppure, a tutt’oggi, le regole tecniche non sono ancora state pubblicate, impedendo alla P.A. e al Paese di utilizzare le nuove tecnologie per essere più moderni ed efficienti.

A prescindere da ogni valutazione in merito all’inefficienza del nostro sistema di normazione, sorge spontanea un’osservazione. Tutti dicono che il Governo stia cercando spese da tagliare; forse, prima di pensare ai TFR, alle pensioni e alle tredicesime dei dipendenti o di introdurre nuove tasse, perché il Ministro non guarda sulla sua scrivania e firma il decreto sulla fattura elettronica?

Ernesto Belisario

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