Come da sentenza dello scorso primo agosto, infatti, la pena accessoria dell’interdizione comminata al Cavaliere deve essere ricalcolata: i giudici della Corte di Cassazione, condannando l’imputato, hanno ritenuto eccessivi i 5 anni inflitti dalla Corte d’Appello, che ora dovrà rimodulare l’allontanamento di Berlusconi dai pubblici uffici in base al diritto tributario.
Insomma, nessuna possibilità, per Berlusconi, di evitare la condanna: la sentenza emessa da piazza Cavour è da intendersi come definitiva, e i quattro anni passati in giudicato, malgrado la riduzione a un anno causa indulto. Ora, resta da capire solo se oltre ai 12 mesi di pena da scontare ai servizi sociali, il Cavaliere – ormai ex – dovrà tenersi ala larga da uffici pubblici per uno, due o tre anni. Con ogni probabilità, infatti, le decisione della Corte presieduta da Arturo Soprano non andrà oltre i 36 mesi di al.
In parallelo all’udienza di secondo grado, i Cavalieri del lavoro daranno il via alle procedure per togliere a Berlusconi l’onorificenza di Cavaliere, che gli venne conferita nel 1977 dall’allora Capo dello Stato Giovanni Leone. Secondo l’articolo 28 del Codice penale, infatti, con l’interdizione dai pubblici uffici decadono tutte le onorificenze, le quali, per sparire dal curriculum di un cittadino, vanno comunque prese in carico dal ministro dello Sviluppo Economico, che deve inoltrare l’istanza al Quirinale. Solo il Presidente della Repubblica, dunque, può riprendersi quel titolo che da lui stesso è stato attribuito.
Riguardo la decisione della Corte sull’interdizione, invece, va sottolineato che, anche se la decisione dovesse arrivare in giornata, resterebbe per Berlusconi la possibilità di ricorrere in Cassazione e di riuscire a restare a galla fino almeno, al voto del Senato.
Berlusconi, oggi udienza sull’interdizione: addio titolo di Cavaliere
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