Avanti popolo d’Italia!

Non l’aveva mai fatto, non l’aveva mai detto, si era sempre attenuto al ruolo di mero garante super partes che la Costituzione gli aveva assegnato.

Ed aveva sofferto in silenzio dinanzi allo scempio di chi sputa sulla bandiera, incita il popolo padano alla secessione, nomina governi lombardo-veneti alternativi a quelli romani ma felici di mettersi in tasca i lauti stipendi romani, blatera sul diritto di autodeterminazione non rendendosi conto di incitare all’anarchia ed alla guerra civile.

Non c’è l’ha fatta più.

In una carestia generale – di pane e di coscienze – accompagnata da un manipolo di governanti allo sbando, Giorgio Napolitano ha parlato agli animi degli italiani ed idealmente sussurrato: “basta, rialzatevi, reagite, riprendete coscienza della vostra forza di nazione, combattete chi cerca di dividervi per potervi impallinare meglio”.

Non si è svegliato solo adesso, perché non è affatto vero che un Presidente della Repubblica può fare e disfare ciò che vuole, o bloccare leggi e provvedimenti governativi come meglio gli aggrada. Su questo, l’art. 87 della Costituzione è chiaro ed inequivoco:

Il Presidente della Repubblica è il capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale.

Può inviare messaggi alle Camere.

Indice le elezioni delle nuove Camere e ne fissa la prima riunione.

Autorizza la presentazione alle Camere dei disegni di legge di iniziativa del Governo.

Promulga le leggi ed emana i decreti aventi valore di legge e i regolamenti.

Indice il referendum popolare nei casi previsti dalla Costituzione.

Nomina, nei casi indicati dalla legge, i funzionari dello Stato.

Accredita e riceve i rappresentanti diplomatici, ratifica i trattati internazionali, previa, quando occorra, l’autorizzazione delle Camere.

Ha il comando delle Forze armate, presiede il Consiglio supremo di difesa costituito secondo la legge, dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere.

Presiede il Consiglio superiore della magistratura.

Può concedere grazia e commutare le pene.

Conferisce le onorificenze della Repubblica.”

Lui è solo uno dei pochi che ha realmente rispettato la Costituzione. E la Costituzione dice che è il Parlamento a dovere fare le leggi, tanto quanto è la storia a dire che in tutte le democrazie del mondo sono le opposizioni a dovere controllare i Governi, a capire cosa sta succedendo realmente dentro le camere dei bottoni, a dirlo alla gente.

Opposizioni ….

Ma siamo proprio sicuri che le nostre opposizioni abbiamo realmente controllato e capito cosa stava succedendo dentro il palazzo? Siamo proprio sicuri che ci abbiano tutelato ed informato a dovere?

Mi chiedo, ad esempio: dov’erano le opposizioni quando – pochi, forse, lo sanno – il 24 febbraio 2006 (governo Berlusconi), è stata emanata la Legge n. 85 con la quale sono state vergognosamente stravolte tutte le fattispecie di reato “contro la personalità dello Stato” camuffandole sotto la fraudolenta aggettivazione di reati “di opinione”?

Lo sa la gente che i reati di Vilipendio della Repubblica, delle Istituzioni costituzionali e delle Forze Armate (art. 290), Vilipendio alla nazione italiana (art. 291), Vilipendio o danneggiamento alla bandiera o ad altro emblema dello Stato (art. 292) Offesa alla bandiera o ad altro emblema di uno Stato estero (art. 299) sono stati interamente azzerati da questa legge?

Lo sa la gente che questi delitti – gravi e disdicevoli anche in rispetto ai nostri ragazzi dilaniati dalle bombe nelle missioni di pace tanto pavoneggiate all’estero – erano puniti con la pena della reclusione “da sei mesi a tre anni” ed oggi invece, dopo la succitata Legge 85/2006, sono sanzionati con pene ridicole: “ammenda da euro 100 a euro 1000”, multa da euro 1000 a euro 5000”….?

Questo è quello che oggi rischiano quelli che bruciano il tricolore, incitano alla secessione, fomentano la distruzione dello Stato, minacciano la “marcia su Roma”!

Forse è il caso di iniziare a passarci le mani sul cuore e sulla testa.

Tutti…

A cominciare dalle opposizioni…

Ed ognuno di noi abbia il coraggio di indossare un cappellino da muratore per ricostruire, sin dalle fondamenta, un vero muro di civiltà e di democrazia…

Franzina Bilardo

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