Rendita ai superstiti 2020: a chi spetta, importo, nuovi requisiti per i familiari a carico

Paolo Ballanti 04/02/20
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Dal 1° gennaio 2019 sono cambiati i requisiti che ascendenti e collaterali devono possedere per essere considerati a carico del parente deceduto, a seguito di infortunio sul lavoro o malattia professionale, percependo così la rendita ai superstiti erogata dall’Inail.

In questo articolo forniamo le informazioni principali su cosa sia in concreto la rendita ai superstiti Inail, chi la può ottenere, quali sono i requisiti che si devono dimostrare per accedere alla prestazione e, ovviamente, come fare per richiederla.

Rendita ai superstiti 2020: cos’è 

Prima di addentrarci nel mondo dei nuovi requisiti per la vivenza a carico, è doveroso spiegare cos’è la rendita ai superstiti e chi la può chiedere: si tratta di un importo in denaro erogato ai superstiti di un lavoratore o una lavoratrice deceduti a causa di un infortunio sul lavoro o di una malattia professionale.

La rendita è assolutamente esente da Irpef, quindi non è tassata.

Rendita ai superstiti 2020: a chi spetta e importi 

Ricordiamo infatti che possono beneficiare della rendita:

  • Coniuge o parte dell’unione civile (con una rendita pari al 50% della retribuzione);
  • Figli, compresi quelli adottivi, affiliati o affidati (con una rendita pari al 20% della retribuzione);
  • Orfani di entrambi i genitori (ovvero dell’unico genitore naturale che li ha riconosciuti, orfani di un solo genitore o orfani di genitore divorziato), cui spetta una rendita del 40%;
  • Ascendenti (se non sono presenti coniuge o figli) con una rendita del 20%, a patto che venga riconosciuta la vivenza a carico;
  • Fratelli o sorelle (se non sono presenti coniuge o figli), con una rendita sempre del 20%, a condizione che fossero conviventi con il defunto e a carico dello stesso.

Per verificare se ascendenti e collaterali rispettano i requisiti di legge, l’INAIL ha creato un apposito applicativo online, sul cui funzionamento si è espressa la circolare n. 35/2019.

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Quando spetta la rendita ai superstiti 

La vivenza a carico dei superstiti viene provata quando il reddito pro capite dell’ascendente e del collaterale, ricavato dal reddito netto del nucleo familiare superstite, sulla base del criterio del reddito equivalente, è inferiore alla soglia definita dal reddito pro capite, ricavato sulla base del reddito medio netto delle famiglie italiane, pubblicato periodicamente dall’Istat e abbattuto del 15%.

Analizziamo la questione nel dettaglio.

Rendita ai superstiti 2020: le novità in Legge di bilancio 2019

La Legge di bilancio 2019 (Legge n. 145/2018) ha modificato il criterio della vivenza a carico per la rendita in favore dei superstiti di lavoratori deceduti per infortunio sul lavoro o malattia professionale.

In particolare, dal 1° gennaio 2019 la vivenza a carico di ascendenti e collaterali (fratelli e sorelle) sussiste quando il loro reddito pro capite, ricavato dal reddito netto del nucleo familiare superstite, è inferiore alla soglia generale del reddito pro capite determinato in base al reddito medio netto delle famiglie ricavato dall’ISTAT, abbattuto del 15% di una famiglia tipo composta da due adulti. Oltre alla vivenza a carico, fratelli e sorelle devono anche convivere con il deceduto.

Il testo previgente legava la vivenza a carico all’insussistenza di mezzi autonomi e sufficienti in capo al familiare oltre al concorso del lavoratore deceduto al sostentamento dello stesso.

Requisiti per la rendita ai superstiti: la verifica online

Per consentire la verifica sulla sussistenza dei requisiti reddituali, l’INAIL ha introdotto l’applicazione online “Calcolo reddito pro capite” (accessibile dal menu “Strumenti”) nella procedura presente in Graiweb.

Con la circolare n. 35 del 23 dicembre 2019, l’INAIL ha voluto fornire chiarimenti in merito al funzionamento della procedura di verifica della vivenza a carico.

Calcolo del reddito medio pro capite

Il primo dato preso a riferimento è il reddito medio netto pro capite delle famiglie italiane, pari per il 2020 a 31.393,00 euro. Detto importo dev’essere poi abbattuto del 15%, giustificato dalla natura solidaristica della rendita.

Successivamente il valore viene diviso per 1,5, posto che la Legge di bilancio 2019 stabilisce di prendere a riferimento una famiglia composta da due adulti.

Ricordiamo che i valori interessati, in base alla composizione del nucleo familiare, sono:

  • 1 per il primo componente adulto;
  • 0,5 per ogni altro familiare di età pari o superiore a 14 anni;
  • 0,3 per i familiari di età inferiore a 14 anni.

Dal momento che per il 2020 il reddito medio pro capite è pari ad euro 31.393,00, il limite perché venga riconosciuta la vivenza a carico è:

31393,00 – 4.708,95 (15% di 31.393,00) = 26.684,05 euro.

A questo punto il risultato dev’essere diviso per 1,5:

26.684,05 / 1,5 = 17.789,37 euro.

Il valore ottenuto rappresenta la soglia di riferimento per il diritto alla rendita. Se il reddito pro capite del nucleo familiare è inferiore a 17.789,37, spetta la rendita al familiare superstite.

Reddito pro capite del nucleo familiare

Una volta compreso come calcolare il reddito medio pro capite, è necessario capire come determinare la condizione economica del nucleo familiare.

Come accennato sopra, ai fini del riconoscimento della rendita ai superstiti, il reddito netto pro capite del nucleo familiare, di cui fanno parte ascendenti e collaterali, dev’essere inferiore ai 17.789,37 euro.

In particolare, per “nucleo familiare”, chiarisce l’INAIL, si intende la famiglia anagrafica del deceduto in cui sono presenti ascendenti e collaterali. Fa fede in tal senso lo stato di famiglia al momento del decesso.

Per “reddito netto pro capite” si intende invece la somma di tutti i redditi soggetti a tassazione IRPEF, riferiti ad ogni singolo componente il nucleo familiare e risultanti dalle ultime dichiarazioni fiscali. Questo significa che per i decessi avvenuti nel 2020, si assumeranno i redditi indicati nei modelli CU e 730/Unico (acquisiti dall’INAIL) presentati lo scorso anno e relativi al periodo d’imposta 2018.

La somma dei redditi dev’essere poi rapportata ad una scala di equivalenza dove:

  • 1 corrisponde al primo componente adulto;
  • 0,5 per ogni altro familiare di età pari o superiore ai 14 anni;
  • 0,3 per ogni altro familiare di età inferiore ai 14 anni.

Ipotizziamo che il reddito complessivo di un nucleo familiare composto da sorella del defunto, marito e figlio della stessa (15 anni), sia pari ad euro 25.000.

In questo caso divideremo 25.000 per 1,5, il cui risultato sarà 16.666,67 euro. Dal momento che il reddito familiare è inferiore alla soglia di 17.789,37 euro, spetterà alla sorella del defunto la rendita INAIL.

Identica conseguenza con un reddito complessivo di 27.000 e un divisore pari a 2,1, equivalente a quattro componenti il nucleo familiare:

  • 1 per il primo componente adulto;
  • 0,5 per il secondo componente di età superiore ai 14 anni;
  • 0,3 per ciascun componente di età inferiore ai 14 anni.

Dal momento che il risultato di 27.000 / 2,1 è 12.857,14 euro (inferiore alla soglia di 17.789,37 euro) spetterà la rendita ai superstiti.

Come funziona l’applicativo per verificare i requisiti per la rendita ai superstiti 

La sede INAIL territorialmente competente, una volta acquisita da ascendenti e collaterali la documentazione relativa ai redditi percepiti, inserisce la somma degli stessi nell’apposita sezione dell’applicativo in Graiweb, oltre al divisore calcolato in base alla scala di equivalenza.

Una volta in possesso di tutti i dati necessari, l’applicativo elabora il reddito netto pro capite del nucleo familiare. Se questo è superiore alla soglia di riferimento il sistema concluderà le verifiche con esito negativo, in caso contrario si procederà al riconoscimento della rendita.

Come richiedere la rendita ai superstiti 2020

Una volta appurato di poter beneficiare di questa prestazione economica, il superstite che voglia richiedere la rendita Inail lo può fare con queste modalità:

  • recandosi allo sportello della Sede Inail competente,
  • inviando la domanda per posta ordinaria,
  • inviando la domanda via Pec (Posta elettronica certificata).

Qualora il superstite interessato non voglia o non riesca a portare avanti l’iter di richiesta in autonomia, può sempre farsi assistere da un Patronato.

Paolo Ballanti

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