Il Governo cambia la Manovra: infrazione evitata con tagli e tasse

Redazione 20/12/18
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Alla fine il Governo Legastellato, che non si sarebbe mai piegato ai diktat europei, ha dovuto cedere e giungere alla conclusione che su una questione importante come la Manovra non è possibile ignorare i vincoli di bilancio e i partner. L’Italia è membro Ue e come tale non può permettersi nel più puro spirito sovranista, di ignorare ciò, pena sanzioni conseguenti alla procedura di infrazione, che non farebbero certo bene ai conti pubblici italiani e ai cittadini. E così Giuseppe Conte ha portato a casa l’accordo con la Commissione Ue, che si è comunque detta pronta a restare vigile sull’operato del Governo italiano.

Desidero esprimere un sentito ringraziamento a tutti voi – ha detto Conte intervenendo in Senato -, di maggioranza e di opposizione, per la comprensione di questi giorni durante i quali l’iter della manovra ha proceduto con lentezza scontando ritardo con tempi previsti. Rinvii non causati da incertezze interne al governo: il rallentamento è stata l’inevitabile compressione a causa complessa interlocuzione con l’Ue alla quale abbiamo dedicato le nostre più risolute energie e impegno”.

Ma ciò che ne è uscito è una manovra con alcuni tagli, anche sulle misure chiave di reddito di cittadinanza e quota 100 e con aumenti Iva a partire dal 2020. Insomma, l’Unione europea in questa manovra ci è entrata eccome. Vediamo alcuni punti presenti nel maxi-emendamento.

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Manovra 2019: i tagli a quota 100 e reddito di cittadinanza

In serata, la lettera alla Ue del premier Giuseppe Conte e dello stesso Tria pubblicata sul sito della Commissione certifica l’ammontare delle risorse recuperate per finanziare le due misure: 2,7 miliardi di euro per quota 100 e 1,9 miliardi di euro per il reddito di cittadinanza.

Un taglio di quasi cinque miliardi: da 15,7 miliardi a 11 miliardi. Così si riduce nel 2019 lo stanziamento per il reddito di cittadinanza e “quota 100” in manovra. Emerge dall’emendamento del governo che taglia da 9 miliardi a 7,1 miliardi il reddito e da 6,7 miliardi a poco più di 3,9 mld la misura sulle pensioni. Nel 2020 il reddito scende da 9 a 8 miliardi e 8,3 miliardi a partire dal 2021. Quota 100 aumenta invece dal secondo anno: il costo passa da 7 mld a 8,3 mld nel 2020, a 8,6 nel 2021 e 8,1 nel 2022.

Manovra 2019: aumenti Iva

Sono previsti aumenti Iva per 23 miliardi nel 2020 e quasi 29 miliardi nel 2021 e 2022, come previsto dal maxiemendamento presentato in serata dal governo che recepisce l’intesa con l’Ue. Le clausole di salvaguardia non sono quindi disinnescate. L’aliquota ridotta del 10% passerebbe così dal 2020 al 13% mentre l’aliquota al 22% passerebbe nel 2020 al 25,2% e nel 2021 al 26,5%.

Manovra 2019: taglio pensioni d’oro

C’è anche il taglio pensioni d’oro nel maxi-emendamento, dal 2019, oltre i 100mila euro lordi. Cinque fasce individuate: tra i 100mila e i 130 mila l’aliquota marginale di riduzione sarà del 15%, che salirà al 25% per la fascia 130mila-200mila e ancora al 30% per le pensioni fra i 200mila e i 350mila. Per le pensioni fra i 350mila e i 500mila l’asticella sale al 35% e oltre i 500mila euro arriverà al 40%. La misura sarà in vigore per cinque anni.

Manovra 2019: web tax

L’anno prossimo lo Stato dovrebbe incassare poi 150 milioni di euro dalla Web tax e 450 milioni di euro dalle nuove imposte sui giochi d’azzardo. L’incasso stimato dalla tassa sui “giganti della Rete” salirà nel 2020 e nel 2021 a 600 milioni l’anno.

Manovra 2019: crescita 2019 ferma all’1 per cento

La crescita nel 2019 si fermerà all’1% rispetto all’1,5% stimato a settembre. È quanto si legge nel documento inviato dall’Italia a Bruxelles con le correzioni alla manovra. Dalle tabelle si evince che a scendere il prossimo anno è anche l’impatto espansivo delle misure della legge di Bilancio, prima calcolato nello 0,6% del Pil e ora stimato nello 0,4%. Il Pil nel 2020 scende dall’1,6% della Nadef all’1,1% e nel 2021 dall’1,4% all’1%.

Manovra 2019: tagli agli investimenti

Ci saranno tagli agli investimenti, che si riducono di 4,2 miliardi il prossimo anno.

Manovra 2019: credito d’imposta abolito 

E’ prevista l’abrogazione del credito di imposta relativo alle deduzioni forfettarie in materia di Irap, l’abrogazione del credito di imposta in favore di soggetti che acquistano beni strumentali nuovi e dell’aliquota ridotta Ires in favore degli enti non commerciali

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