Pensioni, esodati: il rischio dell’ottava salvaguardia

Redazione 02/11/15
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Il presidente dell’Inps, Tito Boeri, intervistato ieri da Lucia Annunziata per la trasmissione televisiva In Mezz’Ora, su Raitre, ha parlato senza mezzi termini di manovre non ancora sufficienti sul fronte previdenziale. Temi caldi sono stati l’emergenza esodati, il taglio del vitalizio ai politici e i versamenti degli immigrati. Sulla questione-esodati, il presidente dell’Inps ha palesato il rischio di uno “uno strascico” in quanto fortissime le “pressioni per un’ottava salvaguardia”, sebbene la recente introduzione della settima contenuta nella legge di Stabilità 2016 (VAI AL TESTO).

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Boeri, sottolineando come la platea di esodati continui ad allargarsi, è tornato a prospettare la soluzione della “flessibilità in uscita […] equiparando chi va a 63 e chi va a 67 anni. Per farlo – ha proseguito – dobbiamo dare una pensione più bassa a chi va in pensione prima”. La preoccupazione dominante, tuttavia, secondo Boeri rimane quella dei “veri esodati, soprattutto i lavoratori di piccole imprese dove non c’erano accordi, che semplicemente sono stati licenziati e non sono mai stati coperti, che si trovano tra i 55 e i 65 anni e che si sono ridotti in povertà”. Secondo Boeri è proprio per queste situazioni che andrebbero trovati, con urgenza, adeguati “strumenti di sostegno al reddito”.

Tra le proposte contenute nella riforma pensionistica, al tavolo dell’Esecutivo già dallo scorso giugno, figura anche una sforbiciata fino al 50% per i vitalizi dei politici che scavalcano annualmente quota 80-85mila euro. Nonostante la platea coinvolta sia esigua, “circa 200mila persone”, come chiarito da Boeri, oltre ai politici, fanno parte di questi privilegiati anche tutte le altre categorie (dirigenti aziendali, personale delle ferrovie dello Stato) che, passate al vaglio dall’Inps, sono risultate beneficiarie di ” trattamenti di riguardo, soprattutto rispetto a quando andare in pensione”, ha spiegato Boeri, avendo avuto trattamenti pensionistici molto elevati rispetto alla contribuzione versata.

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Come rimarcato dal presidente dell’Inps: “Ci sono persone che sono andate via presto e con pensioni molto alte, che hanno avuto dei regali per motivi elettorali”. Di fronte alla sussistenza di un problema di iniquità concreta, “la nostra idea – ha proseguito Boeri – è che vada fatta un’ultima riforma delle pensioni” volta “alla sostenibilità sociale”. Mentre, secondo l’economista, sul versante dell’assistenza sono stati fatti passi avanti con la manovra di Stabilità, nulla è stato fatto sulle pensioni privilegiando quelle che sono state considerate al momento “altre priorità”.

Infine Boeri ha ricordato il vantaggio che trae lo Stato italiano dai contributi versati da una categoria di lavoratori che ciò nonostante non si vedrà mai recapitare l’assegno pensionistico, vale a dire gli immigrati. “Finora sono 3 miliardi i soldi versati ai Conti pubblici italiani da parte di persone che non percepiranno mai la pensione e questa cifra è destinata ad aumentare ancora: ogni anno ci sono 400 milioni che arrivano da persone che non riceveranno mai pensioni“, ha concluso Boeri.

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