Ddl Delrio, da province a città metropolitane: il destino dei dipendenti

Redazione 13/12/13
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Che fine faranno i dipendenti delle province che saranno eliminate dal ddl Delrio? Se lo chiedono le migliaia e migliaia di lavoratori ancora in organico negli enti provinciali, i quali, però, potrebbero non esistere più tra pochi mesi.

Allora, forse, un aiutino per cercare di scrutare nel futuro incerto dei dipendenti provinciali, arriva da uno degli ultimi emendamenti presentati al disegno di legge che progressivamente svuoterà le province delle proprie funzioni, demandandole alle sempre più numerose città metropolitane. (QUI LA PROPOSTA CHE AMPLIA I REQUISITI PER LA COSTITUZIONE ALLE REGIONI A STATUTO SPECIALE)

Così, l’emendamento all’articolo 10 arrivato in commissione dovrebbe convogliare gran parte del personale in servizio negli enti provinciali con le stesse credenziali economiche, posizionamenti di carriera e garanzie sindacali di quelle vigenti, ma nell’orbita delle costituende città metropolitane.

Sulle possibili variazioni, nulla ancora si sa della parte variabile della retribuzione dei dipendenti provinciali, ossia gli emolumenti che vengono consegnati ai lavoratori in base al perseguimento degli obiettivi fissati da contratto.

Entro sei mesi, dunque con ogni probabilità a un anno da oggi, le città metropolitane dovranno aver riorganizzato completamente l’assorbimento del personale, per quanto il suo assetto generale rimanga tuttora misterioso.

Non tira aria diversa, del resto, anche per dirigenti e segretari. Per i primi, che hanno stipulato contratti a scadenza, non ci sarà alcun proseguimento nel passaggio di consegne per coloro che avrebbero dovuto interrompere le proprie funzioni oltre il 2015. Per i segretari, invece, decaduto il ruolo di supervisione normalmente operato, potranno ritrovarsi nei labirinti del Viminale, il quale potrebbe svolgere la funzione di procacciare nuovi incarichi per coloro che si ritroveranno improvvisamente sprovvisti.

Insomma, secondo quanto si evince da queste modifiche arrivate sul ddl Delrio, le categorie dei lavoratori, a qualsiasi livello, potrebbero essere tra le pochissime, se non le uniche, a doversi sacrificare e garantire i risparmi ormai difficili del progetto di riforma, come certificato dalla Corte dei conti poche settimane fa.

 

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