Il Porcellum è incostituzionale! Addio alla Seconda Repubblica

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Ei fu. La Corte costituzionale ha bocciato il Porcellum: per la prima volta nella storia della Repubblica, la norma fondamentale per l’elezione dei rappresentanti in Parlamento è stata dichiarata contraria alla Costituzione.

Si tratta di un evento storico che, con ogni probabilità, chiude la Seconda Repubblica: dopo l’espulsione dal Senato, pochi giorni fa, del suo personaggio politico più rappresentativo, Silvio Berlusconi, oggi è arrivato il colpo di grazia della Consulta, che ha dichiarato incostituzionale il Porcellum in due tra i suoi caratteri più rappresentativi, il premio di maggioranza e la mancanza delle preferenze.

“La Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale delle norme della legge n. 270/2005 che prevedono l’assegnazione di un premio di maggioranza (sia per la Camera dei Deputati che per il Senato della Repubblica) alla lista o alla coalizione di liste che abbiano ottenuto il maggior numero di voti e che non abbiano conseguito, almeno, alla Camera, 340 seggi e, al Senato, il 55% dei seggi assegnati a ciascuna Regione. La Corte ha altresì dichiarato l’illegittimità costituzionale delle norme che stabiliscono la presentazione di liste elettorali ‘bloccate’, nella parte in cui non consentono all’elettore di esprimere una preferenza”.

Nello scarno comunicato, c’è probabilmente la ferita peggiore che la classe politica degli ultimi vent’anni ha inferto al Paese: non solo affossando il Paese in una spirale senza uscita di corruzione e malaffare – sono di qualche giorno fa i dati ufficiali che situano l’Italia al 69esimo posto per contrasto alle pratiche corruttive – non solo incapace di arginare una crisi economica che ha portato la disoccupazione giovanile al 40%, dato mai raggiunto dal dopoguerra, ma addirittura manifestandosi inadeguata a dare una legge che dovrebbe sancire la sua stessa legittimità. Ciò, e ne siamo testimoni da diversi anni, si racchiude nel giochino dei rimpalli continui, senza mai arrivare a una bozza condivisa per modificare davvero una legge che tutti hanno sempre conclamato di voler cambiare, salvo, poi, tenere la democrazia in uno stallo indefinito per l’inettitudine dei partiti a improntare un’alternativa decente.

Ora, si scatenano tutte le visioni più apocalittiche: c’è chi dichiara già fuori di legalità il Parlamento eletto con la legge oggi bocciata, chi addirittura si interroga sul presidente della Repubblica, eletto da quello stesso Parlamento, chi, ancora, ricorda che alcuni tra i giudici che hanno rovesciato la legge elettorale sono stati eletti essi stessi da queste Camere di nominati. Sicuramente, da oggi sono un po’ meno stabili quei 200 parlamentari ancora in attesa di regolare convalida dopo l’attribuzione del premio di maggioranza, ma quel che più conta è che, in questo momento, la credibilità della classe politica raggiunge il minimo storico per cause che, ne abbiamo la dimostrazione, non vanno direttamente imputate a nessun altro, che non sia lei stessa.

 

Francesco Maltoni

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