Ministro dell’Economia: Saccomanni vs Ocse, “esodati e Cig: priorità”

Letizia Pieri 03/05/13
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Uscire dalla crisi il prima possibile. Chiudere la procedura Ue per eccesso di deficit entro al massimo il mese di giugno. Ma non si fermano qui le dichiarazioni esternate dal neo ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, in occasione della presentazione del rapporto Ocse sull’Italia. “Proseguiamo con fermezza sulla strada delle riforme strutturali“, ha ribadito Saccomanni. A discapito delle buie prospettive paventate dall’organizzazione transnazionale il capo del dicastero dell’Economia, ha voluto dunque tracciare un ambizioso progetto per il nascente esecutivo Letta, apportando correzioni alle stime sul Paese dal momento che, a detta del ministro, non rivelatesi realmente in grado di tenere conto “dell’impatto del decreto per la restituzione dei debiti della Pubblica Amministrazione” che già figurerà nel 2013 e nel 2014.

Saccomanni non ha con ciò rinnegato la gravità in cui versa lo stallo economico-finanziario odierno: “Vorremmo definitivamente uscirne il più presto possibile, ma le previsioni sull’Italia non sono così brutte“. Anche per questo il ministro, con riguardo ai conti pubblici, si è detto convinto che “i risultati ottenuti nel 2012 e le previsioni di finanza pubblica per il 2013 e per il 2014 sono tali da consentire all’Unione europea di chiudere nelle prossime settimane la procedura di disavanzo eccessivo. Questo potrà avvenire entro fine maggio, al massimo ai primi di giugno“. Secondo il ministro dell’Economia questo passo costituirebbe non soltanto un riconoscimento del percorso fatto, ma anche un’indicazione altamente rilevante per i mercati.

L’uscita dell’Italia dalla procedura per deficit eccessivo “è importante per il nostro Paese e cruciale per il giudizio delle agenzie di rating. -ha sottolineato ancora Saccomanni- Darebbe un contributo importante alla riduzione dello spread tra i nostri titoli e i titoli tedeschi. Sul costo del credito all’economia e con l’attenuazione della stretta creditizia. Dunque, si tratta di un percorso molto importante al quale dobbiamo rimanere ancorati. L’uscita dalla procedura di deficit eccessivo ci permetterebbe di allentare altri vincoli del Patto di stabilità interno per il cofinanziamento nazionale dei fondi Ue nel periodo 2013-2015 pari a 12 miliardi“. In parte grazie anche al superamento dell’incertezza politica che ha messo un freno alla ripresa del Paese, ha continuato Saccomanni “Abbiamo aperto una fase nuova che è importante per stemperare la paralisi reciproca che ha reso la crisi più acuta”.

Sul fronte-lavoro, il ministro non ha avanzato dubbi: “Proseguiamo con fermezza sulla strada delle riforme strutturali, che sono già state iniziate. Riforme che hanno un effetto di sostegno alla crescita. Un effetto sostanziale. La creazione di posti di lavoro è essenziale per risolvere i problemi di indebitamento. E’ con la crescita che si riduce l’onere del debito“, ha così concluso. Con riguardo poi agli esodati e al rifinanziamento della cassa integrazione in deroga, che continuano a rappresentare le “priorità” dell’agenda politica imminente, “non possono essere assunti provvedimenti improvvisati“. I problemi relativi agli “esodati e alla Cig (Cassa integrazione guadagni) sono nella lista di priorità, ma devono essere affrontati con attenzione. -ha affermato Saccomanni- Non è possibile affrontarli con interventi improvvisati“.

Su queste due questioni, in particolare, i numeri ribaditi sino ad oggi, come confermato dallo stesso ministro, sono stati incerti, “per questo ho avviato un approfondimento forte“, ha poi incalzato il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini. “Bisogna rafforzare la produttività e la competitività dell’economia italiana.  -ha aproseguito Saccomanni- Il governo intende proseguire in una strategia orientata alla crescita, coniugando le politiche europee di stabilità con azioni decise per la ripresa dell’attività e dell’occupazione“.

Letizia Pieri

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