Riforma pensioni 2015: uscita in anticipo e contributivo per tutti

Redazione 13/07/15
Scarica PDF Stampa
La riforma pensioni 2015 sembra davvero a un passo dal decollo. Mentre nelle scorse settimane numerosi fattori sembravano averne messo in dubbio le concrete possibilità di realizzazione, ora il quadro sembra cambiato radicalmente.

Merito certamente di Tito Boeri, il presidente dell’Inps, che, seppur inviso a buona parte della classe politica, ha deciso di caratterizzare il proprio mandato per un piglio decisionista e propositivo, a differenza dei predecessori, sempre molto attenti a non eccedere con l’esposizione mediatica al di là dei propri compiti istituzionali.

Non è così per Boeri, professore, apprezzato editorialista e avvezzo ai talk show, che non teme i riflettori, anzi nella nuova vste di vertice Inps li utilizza per spronare i rappresentanti in Parlamento, specie in direzione di una non più rinviabile riforma delle pensioni che cancelli – almeno in parte – la vituperata legge Fornero di fine 2011, causa di molti risparmi per le casse dell’Inps ma anche di parecchi disastri nei confronti dei lavoratori e dei titolari di prestazioni previdenziali.

In questo senso si spiega il continuo pressing delle scorse settimane, volto a convincere innanzitutto i ministri dell’assoluta urgenza di un piano di riordino del sistema di welfare, che parta proprio dalle categorie più svantaggiate nel settore delle pensioni, coloro che percepiscono assegni troppo bassi o, ancora, quanti non riescono a chiudere la propria carriera lavorativa a seguito del continuo incremento dei requisiti minimi per l’abbandono.

Ecco, allora, come Boeri nei giorni scorsi non abbia tergiversato troppo nel presentare al Parlamento un programma di rifondazione del sistema previdenziale fondato su cinque pilastri, che dovranno riscrivere buona parte della normativa vigente, Fornero in primis.

Tra le priorità elencate dal presidente Inps, figura la possibilità di andare in pensione in anticipo rispetto ai limiti di legge previsti di regola con la normativa adottata per opera del governo Monti, il principio della flessibilità sostenibile, cioè la facoltà concessa a chi sta svolgendo gli ultimi anni di lavoro, di ritirarsi in anticipo rispetto alle previsioni legislative, con una decurtazione dell’assegno dovuta alla spalmatura dei contributi su un lasso di tempo più ampio. Tutto ciò, ovviamente, senza stravolgere i risparmi già messi in preventivo sul fronte della spesa previdenziale, con gli occhi severi delle istituzioni europee che vigilano su eventuali strappi commessi dal governo italiano.

Per fare ciò, però, la proposta sul tavolo è quella di cui anche qui su LeggiOggi in tempi recenti avevamo parlato: il passaggio graduale e globale al contributivo. Qualora, infatti, dovesse essere introdotta la possibilità di lasciare il lavoro in anticipo, ciò comporterà il ricalcolo dell’assegno secondo il sistema contributivo. Solo in questo modo, infatti, potranno essere mantenuti gli obiettivi di risparmio della legge Fornero e le aspettative dei contribuenti, ormai costretti a rimanere al lavoro ben oltre i 65 anni di età.

VAI ALLO SPECIALE PENSIONI

Redazione

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento