Riforma PA 2015 e anticorruzione: doppio sì in Senato

Redazione 02/04/15
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Doppio sì ieri al Senato per le riforme che interessano da vicino la pubblica amministrazione e in particolare i reati ad essa collegati. Da una parte, infatti, è arrivato il primo sì alla riforma PA 2015 e dall’altra, l’aula ha approvato la legge anticorruzione.

E’ stata una giornata concitata, partita sin dalle prime ore del mattino con aspre polemiche, specie sul disegno di legge Grasso, ossia l’ultima versione del disegno di legge sui reati collegati al malaffare negli enti pubblici e non solo.

Sì, perché è stata la riforma del falso in bilancio ad aver scatenato le maggiori proteste, specie dal MoVimento 5 Stelle, che ha denunciato come l’inasprimento di pena, in realtà, escluda dall’utilizzo di intercettazioni, dal momento che il massimo.

E’ tutto scritto nell’articolo 8 del nuovo testo approvato ieri pomeriggio come emendamento al ddl nell’aula di palazzo Madama, a cui si sono espressi a favore in 124 senatori, con 74 contrari e 43 astenuti. Un numero, comunque, inferiore alle votazioni successive, dove la maggioranza ha superato quota 180. Un’altalena dovuta agli scrutini segreti sulle singole proposte di modifica al disegno di legge.

Il testo del nuovo falso in bilancio

gli amministratori, i direttori generali, i dirigenti preposti alla redazione dei documenti contabili societari, i sindaci e i liquidatori, i quali, al fine di conseguire per sé o per altri un ingiusto profitto, nei bilanci, nelle relazioni o nelle altre comunicazioni sociali dirette ai soci o al pubblico, previste dalla legge, consapevolmente espongono fatti materiali rilevanti non rispondenti al vero ovvero omettono fatti materiali rilevanti la cui comunicazione è imposta dalla legge sulla situazione economica, patrimoniale o finanziaria della società o del gruppo al quale la stessa appartiene, in modo concretamente idoneo ad indurre altri in errore, sono puniti con la pena della reclusione da uno a cinque anni

In relazione alle pene collegate a false comunicazioni sociali, il ddl anticorruzione stabilisce che le condanne vadano da sei mesi a tre anni per condotte non eccessivamente gravi, mentre sulle società quotate viene riscritto l’articolo 2622 del Codice civile portando la reclusione da tre a otto anni.

L’articolo 11, infine, ha stabilito, dopo l’ok del voto in aula, che le norme sul falso in bilancio si avvalgano delle nuove sanzioni in materia di responsabilità amministrativa che arriverà fino a un massimo di 600 quote: 400 per le società non quotate, da 200 per fatti lievi di società non in Borsa, da 400 a 600 per quelle quotate.

Riforma della Pubblica amministrazione: si accelera

Poche ore prima del via libera in Senato al ddl anticorruzione, la commissione Affari Costituzionali ha dato l’ok all’altro provvedimento, di ancor più ampio respiro, di riforma della Pubblica amministrazione.

Tra le novità più rilevanti nel testo licenziato, la possibilità di decadenza per i dirigenti privi di incarico, l’abolizione della doppia fascia di manager, con massima durata degli incarichi a tre anni.

Sui segretari comunali, rimane ferma la proposta di abolizione, ma viene introdotto un periodo di adeguamento delle procedure, quantificato in tre anni a cui le funzioni saranno via via demandante ai dirigenti iscritti all’albo.

Più incentivi, infine, agli enti locali che accorpano funzioni o che privatizzino specifiche attività all’esterno.

Sul fronte parlamentare, poi, viene approvata la stretta ai provvedimenti attuativi, Dpcm, amminstrativi e così via che richiedono le leggi delega, per arrivare ad attuazioni più spedite.

Si tratta del secondo “stralcio” della riforma dei pubblici uffici, iniziati quasi un anno fa con il decreto con le misure più urgenti e, ora, arrivato al varo della legge delega sulle questioni più generali.

“Senza perdere un minuto andiamo alla discussione in aula”, ha commentato soddisfatta il ministro della Funzione pubblica Marianna Madia.

Vai al testo del ddl anticorruzione arrivato in aula

Redazione

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