MoVimento 5 Stelle, zero delegati per il Quirinale: addio modello Sicilia

Redazione 09/04/13
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Il modello Sicilia, tanto osannato nei mesi scorsi come alba del cambiamento che avrebbe potuto investire tutto il Paese, è definitivamente tramontato. Da Palermo, nessun delegato del MoVimento 5 Stelle raggiungerà Roma per l’elezione del prossimo presidente della Repubblica. E’ il nuovo sgambetto del governatore Crocetta al partito di Beppe Grillo, che vedono così concluso l’idillio di inizio mandato.

Come noto, lunedì sono convocate le Camere in seduta Comune per l’elezione del prossimo presidente della Repubblica. Oltre ai 630 deputati e ai 319 senatori, dovranno raggiungere la Capitale anche 58 delegati dalle singole regioni, tre per ciascuna con eccezione della Val d’Aosta che esprime un solo rappresentante.

Naturalmente, anche nella composizione dei rappresentanti locali si cerca di mantenere i rapporti di forza all’interno delle singole assemblee, di modo che, dei tre previsti, solitamente due vengono accordati alla maggioranza a supporto del governatore e uno dalle opposizioni.

Tra i calcoli delle prime ore, dunque, al MoVimento 5 Stelle venivano attribuiti 2 delegati per l’elezione del prossimo Capo dello Stato: uno proveniente dalla Sicilia e l’altro da un’altra regione tra Piemonte, Lombardia o Lazio. Invece, niente: i grillini non avranno alcun esponente locale tra i grandi elettori e dovranno così “accontentarsi” dei 163 parlamentari di Camera e Senato.

Più che il deficit numerico, però, è il caso politico a suscitare scalpore: il dato oggettivo che, da nord a sud il MoVimento 5 Stelle, prima forza del Paese e realtà consolidata anche nelle consultazioni locali, sia stato estromesso dalla spartizione dei delegati regionali.

Tra tutti i casi, naturalmente, spicca quello siciliano, dove la traballante maggioranza di Rosario Crocetta pareva aver stretto un patto d’acciaio con i 5 Stelle e, ora, nell’arco di pochi giorni, sembra aver saltato il guado, preferendo la compagnia di Pdl e Udc. Proprio ai partiti di Berlusconi e Casini, infatti, sono andati gli altri due delegati nominati dall’Ars, con buona pace dei grillini, rimasti a bocca asciutta anche nel resto d’Italia.

Che i rapporti tra Crocetta e MoVimento 5 Stelle si fossero incrinati, lo si era sospettato nella recente votazione della doppia preferenza di genere nella nuova legge elettorale, passata grazie ai voti del centrodestra, con gli adepti di Beppe Grillo contrari a denunciare la “puzza di voto di scambio”.

Ora, dunque, nuovo round sui delegati regionali per l’elezione al Quirinale e spaccatura sempre più ampia in quello che veniva incensato come un esempio anche per il Paese, il “modello Sicilia”, dove a governare è il centrosinistra, con il MoVimento 5 Stelle a sostegno esterno in quei provvedimenti che corrispondono al proprio programma elettorale.

Anche in Lombardia, i grillini lamentano la messa all’angolo: “Siamo la terza forze in regione e solo una logica bizantina ci impedisce di avere un nostro delegato in regione”: nel territorio amministrato da Bobo Maroni, infatti, a preparare al valigia per Roma saranno un delegato leghista, uno Pdl e uno Pd.

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