Ad aver inaugurato la giornata sono state le polemiche contro il numero chiuso. Il blitz delle associazioni degli studenti al Miur, stamane all’alba, ha rivendicato «il diritto all’accesso libero» per difendere l’università pubblica: un centinaio di studenti medi e universitari hanno inscenato sulle scalinate del ministero una vera e propria lotteria per manifestare il loro disaccordo contro un sistema che di anno in anno mette sempre più paletti allo studio universitario (secondo l’Unione degli Universitari il 44% di corsi è ormai a numero programmato, il 5 % in più rispetto allo scorso anno). Le associazioni degli studenti chiedono dunque di allargare le maglie della selezione in vista anche delle proiezioni che, a partire dai prossimi anni, indicano un’acutizzazione della «carenza di personale medico a causa dell’alto numero di pensionamenti».
Anche la somministrazione del test non è esente da polemiche. Per superarlo servirà un punteggio di 33,70: questo, scrivono i responsabili del sito degli studenti Skuola.net, «è stato il punteggio realizzato nel 2014 dal meno bravo, che è riuscito comunque a passare il test accaparrandosi l’ultimo posto disponibile, il 10.551esimo». Nonostante, infatti, l’asticella della sufficienza sia fissata a 20 punti, raggiungerla non assicura il posto ad un aspirante medico. Il punteggio massimo teorico è di 90 punti, ma il più bravo del 2014 ha ottenuto 80,50. Per gli esclusi, la partita non è comunque chiusa: potranno infatti tentare il test l’anno prossimo e nel frattempo iscriversi a corsi di laurea senza prova d’ammissione che garantiscono esami compatibili con i corsi di Medicina (quali Biotecnologie, Chimica, Scienze Biologiche).
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