Il Ministero dell’Economia e delle Finanze sta così ricevendo le comunicazioni dai singoli enti, molti dei quali hanno aspettato proprio le ultimissime ore per definire l’aliquota attraverso cui passare all’incasso del tributo sui servizi che ha sostituito l’Imu.
In realtà, Imu e Tasi restano in coabitazione, dal momento che quest’ultima è in vigore solo per le prime case e le altre categorie di immobili che nel 2013 furono esentate, fino al pagamento della mini Imu lo scorso gennaio.
Così, si avvia alla conclusione – amministrativa – l’odissea della nuova Tasi, partita con la passata legge di stabilità, dove è sorta, e poi proseguita con il ritardo di seimila Comuni nell’approvazione delle aliquote annuali.
Addirittura, a 24 ore dalla scadenza di mercoledì 9 settembre, ancora tremila comuni risultavano non aver ancora dato l’ok definitivo alla nuova aliquota Tasi. Come si evince dall’elenco provvisorio, moltissimi enti hanno formalizzato il tutto proprio nell’ultimo giorno disponibile.
Sarà stangata?
Nei giorni scorsi, si sono avvicendate diverse simulazioni o prove sui valori medi della Tasi, con esiti a dir poco contrastanti. Da una parte, infatti, c’è chi, come la Uil, ritiene che la nuova imposta sarà l’ennesimo salasso, con 7 famiglie su 10 costrette a versare più di quanto pagato nel 2012 con l’Imu.
Dall’altro lato, c’è qualcuno, come la Cgia di Mestre, ha dimostrato che per 2 nuclei su 3 l’importo sarà inferiore rispetto all’era in cui debuttò l’imposta municipale unica.
Dunque, per le stime, meglio rimandare a fine anno, quando il quadro sarà completamente chiaro e saranno state applicate tutte le migliaia di singole aliquote approvate in questi caldissimi giorni – dal punto di vista fiscale – di fine estate.
Vai all’elenco dei Comuni che hanno approvato la nuova aliquota
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