Stipendio deputati e senatori: dall’indennità parlamentare alla diaria

Letizia Pieri 21/03/13
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Indennità parlamentare, ma anche diaria e rimborso delle spese per l’esercizio del mandato, fino ad arrivare alle facilitazioni per il trasporto. Ecco, in estrema sintesi, alcuni degli elementi che giungono a costituire il trattamento economico di deputati e senatori. Per quanto concerne il regolamento per la Camera si parte, certo, dall’indennità parlamentare: a decorrere dal 2012, l’importo netto, corrisposto per 12 mensilità, risulta pari a 5.246,54 euro, a cui vanno poi sottratte le addizionali regionali e comunali, la cui variabile misura va relazionata al domicilio fiscale del singolo deputato.

Ora, con riferimento al valore medio delle imposte addizionali, l’importo netto mensile dell’indennità parlamentare è di circa 5mila euro. Un simile valore netto viene a determinarsi sulla base di 10.435 euro, l’importo lordo sul quale risultano effettuate le dovute ritenute previdenziali (pensione e assegno di fine mandato), assistenziali (assistenza sanitaria integrativa) e fiscali (Irpef e addizionali regionali e comunali). Nei confronti, poi, di quei deputati che svolgono un’attività lavorativa parallela, l’ammontare netto dell’indennità è fissato a circa 4.750 euro.

Con riferimento alla diaria, invece, si precisa che la stessa deve essere riconosciuta al deputato, quale titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma. Attualmente la diaria raggiunge i 3.503,11 euro. Al suddetto ammontare vengono quindi sottratti 206,58 euro per ogni giorno di assenza del deputato dalle sedute assembleari in occasione delle quali si prende parte alle votazioni effettuate con procedimento elettronico. Si considera attestata la presenza del deputato che partecipa ad almeno il 30% delle votazioni realizzate nell’arco della giornata.

L’ufficio di presidenza ha previsto inoltre l’aggiuntiva decurtazione fino a 500 euro mensili, relazionabile all’ammontare percentuale delle assenze dalle sedute delle Giunte, nei confronti delle Commissioni permanenti e speciali, del Comitato per la legislazione, delle Commissioni bicamerali e d’inchiesta, ed infine anche nei riguardi delle delegazioni parlamentari istituite presso le Assemblee internazionali. Per quanto infine concerne il rimborso delle spese per l’esercizio del mandato, nato su designazione dell’ufficio di presidenza nel 2012, si apprende come lo stesso giunga a subentrare al contributo per le spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori.

Il rimborso, dotato di un importo complessivo invariato rispetto all’antecedente contributo, è pari a 3.690 euro, in seguito alla sottrazione di 500 euro datata luglio 2010. Esso viene direttamente corrisposto a ciascun deputato, per un’entità che può ammontare fino ad un tetto massimo del 50%, a titolo di rimborso, per specifiche categorie di spese, che come tali devono richiedere opportune attestazioni. Nel caso in questione si fa riferimento: alle collaborazioni (sulla base di una dichiarazione di assolvimento degli obblighi previsti dalla legge, corredata da copia del contratto, con allegata attestazione di conformità controfirmata da un professionista); alle consulenze e ricerche; alla gestione dell’ufficio; all’usufrutto delle reti pubbliche di consultazione dati; ai convegni e al supporto delle attività politiche. L’importo a forfait sarà invece pari al 50%.

Letizia Pieri

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