Il via libera definitivo alla spending review potrebbe, però, non essere una passeggiata. Tra le Camere, infatti, si prepara uno tsunami di 2mila emendamenti, che porta con sé i detriti di polemiche dai principali settori presi di mira. Dalla sanità alla giustizia, dal pubblico impiego agli enti locali: i tagli del governo hanno ricevuto accoglienze tutt’altro che entusiastiche dai diretti interessati. I primi a protestare, già domani, saranno i sindaci, con un sit-in proprio di fronte al Senato.
Sul pubblico impiego, la cura dimagrante prevista nella spending review sarà la prima di una serie di interventi che dovrebbero portare i dipendenti pubblici sotto quota tre milioni. Intanto, si comincia col taglio del 10% degli impiegati e del 20% dei dirigenti. Stretta, sempre per gli statali, su buoni pasto che non potranno superare i 7 euro, mentre le ferie dovranno essere fruite obbligatoriamente.
Per gli esuberi, stimati in oltre 20mila, dovrebbe scattare una compensazione correlata ai futuri trattamenti pensionistici. Coloro che non potranno usufruire di questa tutela, saranno obbligati a passare attraverso la mobilità, fissata all’80% della retribuzione per un biennio. Misur, queste, che hanno mandato su tutte le furie i sindacati, che hanno minacciato più volte sciopero generale.
Nel comparto giustizia, la vera riforma sarà quella di abrogazione di tutte le sedi distaccate, con accorpamento di 38 Procure e 37 Tribunali. Ben 674, poi, i giudici di pace che verranno destituiti, ma, secondo le indicazioni del ministro Paola Severino, “non dovrebbero esserci esuberi”, né tra il personale di giustizia, né tra le forze dell’ordine. I magistrati delle sezioni soppresse verranno integrati negli organici delle sedi presso cui le funzioni verranno trasferite.
Il capitolo forse più controverso è però quello della sanità, con tre miliardi di tagli al Fondo nazionale entro fine 2013. Lo standard dei posti letto viene fissato a 3,7 ogni 1000 abitanti: tradotto, si tratta di 18mila posti in meno nei prossimi anni, già 4 mila entro fine 2012. Abbattuto il tetto di spesa farmaceutica che dovrà passare dal 14 all’11,5 percento, mentre cresce l’incidenza dello sconto a carico delle farmacie convenzionate per i medicinali Ssn. Rimedi che hanno portato i “camici da banco” ad annunciare una serrata proprio per giovedì 26.
Qui l’analisi del bilancio dello Stato per il 2012 ai fini del processo di spending review
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento